Fa’ dunque del tuo meglio, fammi male,
avvolgimi ristretto alle tue spire,
un peso sul mio petto ora m’assale;
ormai conosco bene le tue mire,
mi lascio scivolar nella spirale,
finché non giunga l’or di risalire.
E ritornare infine a respirare,
scegliendo d’ascoltarti, darti spago,
e, dunque, così ucciderti, mio drago,
per scegliere di vivere e di amare.