E resto a un passo da te nella tana,
t’osservo, mentr’accenni la tua pelle,
immagini a sé stanti, sin favelle
per brame della carne; ancor non stana
me, appresto un po’ distante; è cosa vana
mostrar te solo oggetto, alquanto imbelle,
rivolta verso chi guarda le stelle,
con fame d’osservanze, e sei lontana.
Mia Viola, quanti corpi tutti uguali,
anonimi dipinti senz’odori,
un’infinita scelta, mai venuta.
Mio amore, mostra te per quel che vali,
accoglimi. Siam spinti a far l’attori,
ma è vita ch’è divelta, non cresciuta.