Non Voglio Una Pelle Splendida

Papà,

nella tua onnipotenza, sei naturalmente a conoscenza di quanto cantano gli Afterhours: voglio un pensiero superficiale che renda la pelle splendida a salvarmi.

Te lo dico con molta chiarezza.

Non è ciò che voglio io.

Voglio, esigo, pretendo, impongo profondità.

Voglio, esigo, pretendo, impongo realtà, bruciante, dolorosa, soffocante, ma formativa, temprante, consapevolizzante.

Voglio, esigo, pretendo, impongo totalità.

Voglio, esigo, pretendo, impongo Vita.

Voglio, esigo, pretendo, impongo Verità.

Processo irreversibile, inarrestabile, indietro non si torna. Qualcuno ha il fegato di seguirmi in questo viaggio?

Ed è quello che vuole, in fondo, anche Manuel Agnelli. Lo saprà questo?

Ed è per questo che questa canzone, testo e musica, è pura poesia e ricerca dell’Infinito.

Devo solo capire se preferisco la versione originale o quella con Samuel Romano.

Buon ascolto a te Papà, e a voi tutti.

Amen

Preghiera per chi soffre

Papà,

ho bisogno di chiederti una cortesia.

Riesci a mandare un segno a chi soffre?

Puoi mandare un messaggio a chi fa i conti con i propri tormenti interiori e non riesce a venirne a capo?

Puoi indicare la via d’uscita a chi si è perso all’inferno, come hai fatto con me, che una volta fuori ho scoperto di avere dei talenti che non sospettavo di avere?

Ho navigato a lungo nel buio e adesso so orientarmi, mi sono immerso a lungo in acque profonde e adesso so tollerare l’enorme pressione e di questo ti sarò eternamente grato.

Ora lo so bene, che non sono solo.

Non siamo soli.

Amen

Preghiera del Perdono

Dio,

ora so cos’è la tua misericordia, ora mi è chiaro cos’è il tuo perdono

E’ l’esempio che ci dai, in ogni istante della nostra breve esistenza, di come noi tutti siamo capaci di commettere il male.

E come tale, è nostro preciso dovere perdonare.

Perché pecchiamo tutti, allo stesso modo e in modi diversi, verso noi stessi e verso gli altri.

Nessuno escluso.

Amen

Preghiera dell’Anno Nuovo

Ieri, una corsa nella nebbia milanese, per diradare le mie, di nebbie.

Domani, ultimo giorno dell’anno 2019, l’ultimo giorno di questi anni Dieci, preludio all’ingresso in un nuovo decennio, gli anni Venti.

Oggi, iniziamo a fare bilanci e a progettare, per l’anno 2020, verso il 2020.

E allora.

Andiamo avanti, in questo cammino di vigilanza e attenzione alla nostra voce interiore.

Andiamo avanti, in questo cammino verso la libertà e la sicurezza, due aspetti diametralmente opposti da far lavorare in armonia, per la nostra gioia, serenità, pace e, soprattutto, dignità.

Andiamo avanti, in questo cammino di crescita, di tensione verso l’età adulta.

Andiamo avanti, in questo cammino di apprendimento al dono, in particolare al dono di noi stessi agli altri.

Andiamo avanti, in questo cammino di fiducia, fede, speranza, progettualità, ottimismo e realismo al contempo.

Andiamo avanti, in questo cammino di perdono e gratitudine verso chi ci ha dato la vita, avendo ben presente che le spinte esogamiche devono prevalere, perché solo confrontandosi con la diversità c’è crescita ed evoluzione, seguendo chi ha detto Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.

Andiamo avanti, in questo cammino verso la bellezza.

Andiamo avanti, in questo cammino verso la semplicità, verso l’essenziale.

Andiamo avanti, in questo cammino di individuazione, e non di individualismo.

Andiamo avanti, in questo cammino di bene per noi stessi, per il bene comune.

Andiamo avanti, in questo cammino di amore per noi stessi, per amare il prossimo nostro.

Andiamo avanti, in questo cammino verso l’Amore, in tutte le sue forme.

Andiamo avanti, in questo cammino verso la Totalità, verso un unico Dio, a immagine e somiglianza dell’Uomo.

Andiamo avanti, in questo cammino.

Perché Telemaco, senza paura, sappia che suo padre Ulisse sta arrivando.

Amen

 

Cioccolata Calda

Una cioccolata calda in compagnia.

Seduto a quel tavolo, con Ale, sua moglie e suo figlio tra le mie braccia. Questo bambino dolcissimo mi fa sorridere e mi riempie il cuore di gioia, ma mi sbatte in faccia con crudezza che di tempo ne è passato davvero tanto. Mi si stringe il cuore in gola, oltre al fatto che è domenica sera e il buon Giacomo lo diceva che tristezza e noia, che al travaglio usato Ciascuno in suo pensier farà ritorno.

Perché siamo adulti ed è una diaspora, un paio sono spariti e neppure mi mancano. E Andrea a Febbraio parte per la Spagna per una nuova vita.

Non ho molto da dire, se non che mi si stringe il cuore in petto, perché mi mancate da morire ragazzi. Mi mancano quegli anni e quelle certezze, magari non sapere dove andare, ma sapere con chi andare.

Adesso mi trovo in pieno viaggio, in alto mare. Non vedo ancora nessuna casa, una nuova casa, una destinazione. Dove sto andando?

Questo viaggio mi dà gioia e dolore, mi fortifica e mi abbatte. Ma l’unica mappa a cui posso affidarmi sono i segni del Divino, che solo chi ha buon fiuto può seguire.

Dove sei, Terra Promessa? Qual è la direzione da seguire?

Dammi un segno Papà. E guida i miei amici verso la loro, di Terra Promessa. E fa’ che non ci dimenticheremo l’uno dell’altro e che resteremo fratelli fino alla fine.

E abbracciami e fammi piangere un po’ ora, perché non sempre ce la faccio.

Amen

Preghiera del Dolore

pray.jpgCome si affronta il dolore? Può un uomo permettersi di soffrire? Come si fa quando ormai da mesi si ha questa stretta al basso ventre, che si dilata come una macchia di nebbia, che osservo e attendo che si trasformi in un nodo alla gola, che non sempre si rompe in un pianto liberatorio? Cos’è questo dolore? Chi è stato? Chi è che mi ha fatto così male?

E’ successo quella sera, a Palma di Maiorca. Buio totale. Il nero assoluto. Il Cristo di inferno. Rabbia, dolore, disperazione, pensieri suicidi. Ma perché, Cristo Santo? Che cosa mi ha terrorizzato così tanto? Che cosa mi terrorizza ancora? Cos’è che mi fa così tanta paura, cazzo? Non riesco a venirne a capo. E in questo momento, provo ansia e dolore. Che cosa la sta originando? Perché non si dirada, questa gran puttana di nebbia? Eppure sono fiducioso, ce la farò. Con l’aiuto di Dio e di Zeta.

Signore Dio Onnipotente, Re del Cielo, per intercessione di Gesù Cristo tuo figlio e della Vergine Maria, mi vuoi dire che cazzo devo fare per liberarmi di questo dolore atroce? Dammi un cazzo di segno. Mi stai facendo veramente incazzare ora. Amen, cazzo. Amen! Non è una bestemmia questa, fidati. E’ una cazzo di preghiera. Ti scongiuro ascoltami, aiutami. Ho bisogno di te, Signore! Ho bisogno di te, porca troia! Ascoltami Papà, cazzo!

Beh, grazie Signore. Come vedi non sono un ingrato. Avevo scritto quei versi dieci minuti fa. Mi sento un po’ sollevato. Ma non è abbastanza. Voglio essere libero, una volta per tutte, dalla paura. Dalla paura di amare. Dalla paura del dolore.

Va un po’ meglio, ma ancora non è sufficiente. Piango, ma ce n’è ancora. Ci sono degli arretrati da smaltire. Mi devo riabituare. Non è così scontato. Lascerò che accada. Adesso ho di nuovo un groppo in gola e ansia. Ma questa volta non farò finta di niente. Guarderò in faccia il mio dolore. Ed è già tanto che mi sto abituando un po’ alla volta a farlo. Ma è difficile.

Pigrizia, spossatezza, stanchezza. Va bene. E’ così che va. Accettiamolo. Non possiamo essere sempre a mille. Può succedere di essere stanchi. Non siamo super uomini. Accettiamolo. Non possiamo essere sempre a mille.

Amen.