La Posta di Dino – Ricominciare alla grande

Caro Dino,

mi chiamo R., ho 35 anni. La mia vita fa schifo. I miei mi trattano ancora come un ragazzino, mi sono sposato con una donna scontenta che non si concede mai sessualmente e mi fa sentire un fallito, i miei amici sono una manica di patetici superficiali, i miei colleghi mi assillano con le loro frustrazioni lavorative, il mio capo mi tratta come uno stagista di primo pelo. Avrei una gran voglia di mandare tutti al diavolo. Non sopporto più nessuno. Persino quando cammino, ho l’impressione che gli sconosciuti vogliano approfittarsi di me. Aiutami.

R.

Caro R.,

se pensi che persone che non conosci possano avercela con te, ti dirò l’esatto opposto di quello che ti direbbe chiunque: non è un impressione, la gente ti odia davvero. Tu non piaci a nessuno. Anche a me non piaci. E lo sai perché? Perché sei una vittima degli eventi e ti crogioli masochisticamente nel tuo vittimismo da quattro soldi, per scelte tra l’altro che hai fatto tu, perché sei fondamentalmente un pigro del cazzo, un mollusco e un pecorone, per usare degli eufemismi.

Ti darò comunque un metodo infallibile per uscire da questa situazione. Inizia a uscire di casa e mentre cammini, in solitudine, ferma la gente che incontri per strada, fai un bel respiro e, con occhi spalancati, proferisci solennemente quanto segue:

Io sono il Messia.

Fallo costantemente e con convinzione, mi raccomando, tutte le volte che incontri qualcuno. Ferma la gente di proposito, unicamente per pronunciare questa frase.

Successivamente, inizia a farlo anche in famiglia, tra amici, al lavoro, insomma, in tutti i tuoi abituali contesti.

Tua moglie ti assilla di richieste assurde, non è mai contenta di te e si nega sessualmente? Fai un bel respiro e, con occhi spalancati, proferisci solennemente quanto segue: Io sono il Messia. Il tuo migliore amico ti sta raccontando nuovamente che si è lasciato per l’ennesima volta con la sua compagna e si è rimesso insieme dopo averti garantito che avrebbe dato definitivamente un taglio netto? Fai un bel respiro e, con occhi spalancati, proferisci solennemente quanto segue: Io sono il Messia. In ufficio, i colleghi si lamentano con te degli stipendi troppo bassi, della qualità del caffè delle macchinette? Fai un bel respiro e, con occhi spalancati, proferisci solennemente quanto segue: Io sono il Messia. Il tuo capo ti riempie di lavori ripetitivi, alienanti, che umiliano la tua professionalità e in tutto questo ti riempie anche di insulti? Fai un bel respiro e, con occhi spalancati, proferisci solennemente quanto segue: Io sono il Messia.

Per fartela breve, d’ora in avanti, a chiunque voglia interloquire con te, dopo aver fatto un bel respiro, con occhi spalancati, solennemente, non dovrai rispondere altro che questo:

Io sono il Messia.

Nel giro di una settimana, vedrai che ti lasceranno tutti in pace. Anche a casa dal lavoro. Se avrai ancora una casa ovviamente, visto che tua moglie sicuramente ti lascerà e se la terrà e tu, alla veneranda età di trentacinque anni, dovrai di nuovo tornare a casa dei tuoi genitori, anche se sicuramente e con buona ragione non avranno nessuna voglia di ospitarti.

Sorridi comunque, perché potrebbe essere una buona occasione per ripartire da zero. Qualcuno potrebbe prenderti sul serio, iniziare a seguirti e tu potresti provare a minacciare uno scisma all’interno della Chiesa Cattolica, se non addirittura, se l’ambizione non ti manca, tentare di fondare una nuova religione.

In bocca al lupo.

Dino Veniti

La Posta di Dino – Una scomoda rivelazione

Ciao Dino,

mi chiamo M., ho venticinque anni e vengo da Bema, un paese di pochissime anime in provincia di Sondrio.
Vado dritto al sodo, senza spiegarti i retroscena, per non annoiarti: ho scoperto da poco che mia madre e mio padre sono fratelli.
La vita è stata generosa nei miei confronti, al punto che sono perfettamente sano e non ho nessun tipo di malformazione. Ciò nonostante, la notizia mi ha scosso profondamente, ora non so più chi sono e ho bisogno del tuo aiuto. Puoi darmi una risposta?

Sei tuo cugino.

 

 

La Posta di Dino – Politica

Caro Dino,
mi piacerebbe sapere per chi voti e quali sono a grandi linee le tue idee in fatto di politica.
Mirello (Celle Ligure) 

Ciao Mirello,

ti dirò con estrema onestà come la penso in merito.

Pubblicamente, sul posto di lavoro, in famiglia e tra amici, mi spaccio per democratico, vicino alle minoranze e favorevole ai diritti civili e alla parità dei sessi. Ostento pertanto una simpatia per il PD, dichiarandomi antifascista, antinazista, femminista, partigiano, costituzionalista, animalista, gay-friendly e tutto quanto faccia parte dell’universo politically correct e radical chic. Faccio tutto questo unicamente per una questione di reputazione e di apparenza, per non dare nell’occhio e non perdere mai il mio charme e il mio prestigio agli occhi degli altri.

Quando rientro a casa, però, lontano da occhi indiscreti, nella solitudine e nell’oscurità del mio studiolo, ormai in totale intimità con me stesso, do libero sfogo a quello che penso davvero: auspico da sempre, per le prossime elezioni, una vittoria schiacciante e clamorosa della Lega di Matteo Salvini su scala nazionale, con percentuali bulgare vicine all’80%. Sogno ad occhi aperti una realtà in cui lui assuma per davvero i pieni poteri, cancelli una volta per tutte la nostra Costituzione, definita “la più bella del mondo”, introduca uno stato di polizia repressivo che controlli ogni aspetto della nostra vita e ci liberi una volta per tutte da questo regime stucchevole di intellettuali vellutati convinti di essere dalla parte del giusto perché colti, instaurando un regime totalitario sovranista e autarchico che ci porti fuori dall’Unione Europea.

Oltre a questo, c’è un altro sogno che mi sento di confessarti apertamente: mi piacerebbe vivere in un paese in cui Matteo Salvini venga osannato con un dignitoso culto della personalità, a guisa di quanto si fece in URSS per l’amatissimo compagno Iosif Vissarionovič Džugašvili, per gli amici Stalin, un vero maestro delle dittature e un esempio da seguire. Sogno un’Italia in cui ogni domenica vengano organizzate parate dell’Esercito Italiano in onore del Capitano, con quadri, fotografie e poster ovunque, nelle scuole, negli ospedali, nei luoghi di lavoro, pubblici e privati, e statue del leader leghista nelle principali piazze italiane.

Sono nato e cresciuto unicamente in un contesto democratico, mi piacerebbe fare l’esperienza di un regime totalitario nel mio paese, per vivere una nuova ed eccitantissima avventura. Tutto qui.

Infine, mi auguro che in Vaticano, come successore di Francesco, sopraggiunga al contempo un Papa ultraconservatore, alla stregua di Pio XII, che ridia lustro e vigore alla Chiesa Cattolica e che intervenga pesantemente nelle decisioni del governo italiano, imponendo l’abolizione dell’aborto e del divorzio e che stabilisca ex cathedra che questi ultimi atti, assieme a omosessualità, masturbazione ed eutanasia siano considerati tutti peccati mortali della stessa gravità dell’omicidio, per i quali venga negata l’assoluzione in caso di confessione, in modo da condannare all’inferno chiunque si macchi di queste colpe.

Credo di aver espresso il punto di vista del 100% degli italiani, impegnati come me a fingersi buoni, democratici e caramellosi, ma inconsapevoli di questo sogno latente nelle loro coscienze represse.

You may say I’m a dreamer, but I’m not the only one, cantava il vecchio John Lennon.

Mi sento meglio ad avertene parlato.

Cordialità

Dino Veniti

La Posta di Dino – Paturnia di una sorella affettuosa

Caro Dino,

mi chiamo B., e ho 34 anni. Ho iniziato a leggere il tuo blog e ti confesso che non riesco ancora a capire se tu sia completamente fuori di melone oppure hai capito tutto dalla vita.
Visto che inviti le persone a scriverti per raccontarti le loro paturnie, come le chiami tu, vado direttamente al dunque e ti metto alla prova. Hanno diagnosticato un tumore a mio fratello di 38 anni. Per il momento è incapsulato e dovrebbe essere rimovibile con una rapida operazione chirurgica. Ciò nonostante, la notizia mi ha colta totalmente alla sprovvista e mi ha destabilizzata. Mi sento in colpa perché la vita mi sta portando altrove, lo sento di rado e non ho la più pallida idea di come stargli vicino. Non oso neppure telefonare ai miei genitori, che ormai pronti a godersi la vecchiaia e la pensione, con due figli sistemati, si sono trovati di fronte a questa incombenza inaspettata.
Questo apparente cinismo con cui ti approcci alla vita, nasconde dal mio punto di vista una grande sensibilità, per cui sono davvero curiosa di leggere la tua risposta. Non cerco buoni consigli, solo un segno. Grazie.

Ciao B.,

cerchi un segno da me? Non sono né un profeta e né un guru. Ribadisco innanzitutto un concetto: io non esisto. Qualora esistessi, sarei il più miserabile essere umano mai apparso sulla faccia della terra, un egoista, un vigliacco, un bullo, un traditore, un ambizioso assetato di potere, un manipolatore, un esibizionista, un istrione, un narcisista e un peccatore.

Veniamo ora alla tua paturnia.

Queste cose non dovrebbero mai accadere, eppure succedono. Nonostante questi tempi caramellosi da paese dei balocchi, la gente continua ad ammalarsi, ma pensa un po’. Nonostante ci si affanni a ricercare istante per istante la felicità, girovagando di festa in festa, ostentando i nostri sorrisi tirati, fino ad avere le mandibole indolenzite, in compagnia di gente della quale non ce ne frega un beneamato cazzo, ma che frequentiamo per non sentirci soli, senza sapere che stiamo vivendo solo una parte della vita, visto che il dolore e la gioia si integrano e si completano armonicamente a vicenda. Sono millenni che provano a spiegarci questo concetto, ma siamo così bravi e testardi nel prenderci per i fondelli che l’umanità non ci arriverà mai a comprendere e metabolizzare questo aspetto elementare della vita.

Ma non divaghiamo.

Posso ben immaginare cosa sia accaduto una volta ricevuta la notizia. Il colpo arriva in pieno petto e scoperchia il vaso di Pandora. Ricordi, gioie, dolori, sensi di colpa di qualsiasi tipo iniziano ad emergere. “Se solo avessi telefonato a mio fratello una volta in più, se solo fossi andata a trovarlo più spesso!”, avrai pensato, vero? E’ una cosa estremamente destabilizzante. D’altro canto, questi eventi sono anche opportunità di riflessione e cambiamento, che però dobbiamo essere in grado di cogliere. Siamo noi a dover decidere di fare questo passo.

In certi casi, la prima scelta che istintivamente e impulsivamente siamo portati a fare, in una situazione di questo tipo, è quella di mollare tutto quello che stiamo portando avanti con fatica e sacrificarci per il bene della persona amata. In realtà, una decisione di questo tipo, apparentemente mossa dall’amore, nasconde una velata forma di esibizionismo, di esercizio del potere e di compiacimento verso noi stessi e gli altri, ed è scaturita, principalmente, dal senso di colpa. Una scelta di questo tipo serve a sentirci a posto con la coscienza, ma è fatta alla cieca, ignorando ciò di cui ha bisogno la persona amata e soprattutto non fermandosi neppure per un momento a pensare se questa possa essere la decisione più importante e giusta per noi. Il grosso rischio è quello di cadere nell’ottica del sacrificio ostentato, con il serio rischio di ritrovarsi invischiati nelle sabbie mobili del rimpianto e del rancore verso la persona stessa che soffre.

Purtroppo, che piaccia o no, non esiste nessuna persona più importante di noi stessi e innanzitutto, in una situazione simile, occorre tutelarci. In che modo, mi chiederai? Rispettando il nostro dolore, guardandolo in faccia, vivendolo, buttandolo fuori a suon di lacrime, quando e se ci riusciamo, perché non è così scontato, e cercando di cavalcarlo, perché senz’altro ci condurrà da qualche parte, a capire qualcosa in più di noi e del mondo che ci circonda.

Ti dirò di più. Non è solo dolore, quello che dobbiamo guardare in maniera oggettiva, ma qualsiasi forma in cui quest’ultimo si manifesta: rabbia, rancore, rimpianti, odio. Perché potrà succederti, di sentirti incazzata con tuo fratello e di sentire di detestarlo, nonostante la circostanza non lo consenta. E lo sai perché? Perché ti ha distratto dalla tua vita e dalla tua serenità, con la sua malattia.

A quel punto, se vuoi far qualcosa per lui, devi iniziare a fare qualcosa per te. I tuoi genitori, a loro volta, dovranno fare i conti da soli con questa terribile incombenza, e non è tuo compito consolarli. Tu, nel frattempo, tutelati e aiutati, in qualsiasi modo.

Ogni sofferenza è profondamente personale. Ed è questo il motivo per cui, purtroppo, credo che il dolore in molti casi non riavvicini le persone, ma le allontani ancora di più. Gli eventi dolorosi come questo, nei casi peggiori, possono addirittura distruggere famiglie e amicizie. Non sempre, ovviamente, ma capita. E’ la vita. Ognuno elabora le cose con i suoi tempi, che vanno rispettati.

Abbi cura di te. Inaspettatamente e improvvisamente, troverai il tuo modo personalissimo di stare vicina a tuo fratello, anche a distanza. Credimi. Te lo dice uno che di lutti ne ha superati parecchi, incluso il fatto di non esistere.

Infine, ti rassicuro su una cosa: ami profondamente tuo fratello. Non mi avresti scritto altrimenti.

In bocca al lupo.

Dino Veniti

La Posta di Dino

Quest’oggi, inauguro una nuova rubrica: La Posta di Dino .

Siamo tutti afflitti e portatori di un grande dolore interiore, una ferita emotiva che non abbiamo il coraggio di ascoltare e di guardare in faccia. E’ per questo che mentiamo a noi stessi e agli altri. E’ questa la ragione per cui le nostre intere esistenze spesso sono una gigantesca menzogna e appartengono ad altri.

Scrivetemi e portatemi pure le vostre paturnie, le vostre preoccupazioni, le vostre ansie, le vostre difficoltà relazionali. Vi risponderò rispettando la vostra privacy e con lo stile di questo blog: profondo, attento, sensibile e al contempo dissacrante, cinico, provocatore.

Nella speranza di strapparvi una risata e una riflessione.

Scrivete a: dinoveniti@gmail.com .