Parliamo d’amore

Vedo un gran parlar d’amore qui sulle reti sociali, tra una faccia di cazzo e l’altra accompagnata da qualche orrida didascalia del tipo “Metti una sera da…”, “La mia personale versione di…”. Sorrido sempre quando leggo contributi rivolti contro l’uno o l’altro sesso, responsabili di illusioni, di chissà quali atroci sofferenze nei vostri riguardi. Mai, dico mai, una Cristo di un Gesù di autocritica, un’assunzione di responsabilità netta, qualcuno che dichiari apertamente di essere stato scaricato e di esserselo meritato per essersi comportato da parassita e da succhiavita emotivo, da lamentoso e da scontento, alla ricerca continua di quel padre e di quella madre irraggiungibili negli occhi di colui o colei che saranno la prossima vittima su cui riversare addosso la vostra discarica emotiva, alla disperata caccia di un sollievo dal vostro dolore esistenziale che non arriverà mai, zoppi alla ricerca di altri zoppi con cui imparerete solo a zoppicare, coglioni e coglionesse pretenziosi, infantili, perenni ragazzini che non hanno mai tagliato il cordone ombelicale, terrorizzati dall’idea di restare da soli, per non dover guardarsi allo specchio e dirsi una volta per tutte: – Sì, è vero, faccio veramente schifo al cazzo…

Cari italiani e care italianesse, fatevene una ragione: l’amore, molto semplicemente si esaurisce, spesso senza neppure un motivo. A un certo punto, chi sarà al vostro fianco non vi dirà più nulla, diverrà insipido e incolore, banale e noioso, spesso a causa dell’incapacità di saper mantenere un pizzico di mistero e ambiguità, di esser divenuto troppo scontato e prevedibile. Molti di voi continueranno a stare insieme, affidandosi unicamente al terrore della solitudine e ai sensi di colpa, incapaci di guardare oggettivamente le cose per ciò che sono, trasformandovi in una di quelle coppie di coglioni che passano le cene tra amici a punzecchiarsi e a umiliarsi a vicenda, rapporti vuoti e privi di profondità che costituiscono uno spreco di energie, vite buttate nel grande raccoglitore dei falliti e pecoroni che non siete altro.

Insomma, per concludere, e mi rivolgo a noi donne soprattutto, imparate a starvene per i cazzi vostri e a darvi degli obiettivi, senza ostentare questo patetico femminismo che altro non è che una forma di isteria collettiva che serve ancora una volta a trovare un colpevole fuori di noi, e guarda caso poi a vincere elezioni in Italia e anche all’estero, ad avere posti di rilievo nel settore aerospaziale, sono proprio donne che non hanno affatto avuto bisogno di elemosinare nulla, ma ho la sensazione che un discreto mazzo se lo siano fatto.

Buon fine settimana.

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