Viva l’ignoranza

Quanto ridere, cari utenti e care utentesse, quanto ridere. Ho appena finito di visionare la versione britannica di “Sister Act – Una svitata in abito da suora”. Non so per quale motivo il regista di questo rifacimento del 2002, Peter Mullan, abbia deciso di cambiare il titolo in “Magdalene”, ma vi posso assicurare che anche questo cosiddetto “remake” sa il fatto suo e con la sua visione passerete un paio d’ore in compagnia di musica e frizzanti “gags” che vi faranno sbudellare dalle risa.

Conclusa la visione di questa brillante e spensierata pellicola, che consiglio soprattutto ai più piccini, ho iniziato una delle mie introspezioni da fichetta, quelle riflessioni profonde nel corso delle quali passo la giornata intiera a fissarmi l’ombelico e a nuotare nel mare magnum delle mie seghe mentali, senza concludere nulla, senza ottenere alcuna risposta, creando al contempo ulteriori domande, ulteriori dubbi che contribuiscono a rendere la mia esistenza sempre più inafferrabile e ambigua, financo a me stessa. Durante questo mio ennesimo viaggio introspettivo, riflettevo nello specifico sulla cultura e sull’intelligenza, che vengono generalmente osannate come strumento di emancipazione e di elevazione. Tutto giusto e sacrosanto, per carità, ma è da un po’ di tempo che mi interrogo sui lati oscuri dell’essere troppo svegli, che porta inevitabilmente a un elevato livello di solitudine esistenziale, ma anche di pessimismo, di sospetto, di sfiducia nei confronti del prossimo, come se questo eccesso di consapevolezza porti ad arroccarsi sulle proprie posizioni, a disprezzare spesso il resto del mondo, a diventare severi e rigidi nei confronti della mediocrità, rendendoci aridi, eccessivamente selettivi e, in certi casi, anche spietati, senza cuore. Il tutto degenera poi nel momento in cui gli intelligentoni di cui sopra decidono di frequentare solo gente del loro livello, divenendo tutti soci del grande club dei bocchini vicendevoli, un posto in cui tutti si danno ragione e nessuno osa contraddire l’altro, finché non nasceranno dissapori su dettagli, piccolezze sul modo di concepire la vita, divergenze di opinioni che si faranno sempre più insanabili e porteranno gli intelligentoni di cui sopra a ritenersi vicendevolmente stupidi e a provare rabbia reciproca, incapaci di ammettere a loro stessi che si sentono traditi e comunque soffrono per aver perso delle amicizie importanti, ma l’eccesso di intelligenza non consentirà loro di esprimere alcun tipo di sentimento a causa dell’orgoglio. 

Insomma, cari utenti e care utentesse, tutto questo per invitarvi caldamente a non mandare i vostri figli a scuola. Fateli fermare alle elementari, al massimo alle medie e mandateli subito a lavorare, fate in modo che non si interessino minimamente di politica, non leggano giornali, non leggano libri, non si facciano un’opinione personale sui fatti del mondo. Creerete solo dei mostri crudeli che si sentiranno onnipotenti e che si sopravvaluteranno, a caccia unicamente di ammirazione, ma incapaci di provare alcun tipo di tenerezza, pur facendo in svariate circostanze le vittime, alla ricerca disperata di un amore presuntamente non ricevuto, con il serio rischio che possano aprire una pagina Facebook o un blog di merda come questo in cui riversare la propria miseria intossicando la rete di livore, forti del sostegno di altri livorosi, con l’ingenua convinzione di poter cambiare il mondo e, guarda caso, a volte ho la sensazione che sia proprio così che nascono le dittature.

L’invito è dunque il seguente: siate ignoranti, ma abbiate almeno un cuore.

E soprattutto: togliete il like a questa pagina e segnalatela.

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