Sovranità Nazionale e Difesa

Spezzerò senza meno il cuore degli amici sovranisti che seguono immeritatamente questa pagina, ma sono proprio le guerre a mostrare la debolezza del nostro paese.

L’Italia resta un bellissimo museo e giardino per noi tutti, un paese che va avanti grazie a circa il trenta, massimo il quaranta percento di lavoratori infaticabili che si fanno il culo solo per la gloria, portandosi dietro il restante sessanta percento di lamentosi e pigri, questi ultimi magari pagati anche profumatamente, ma intoccabili, perché in fin dei conti il sistema lo consente, non premia e non punisce, non vuole scontentare nessuno e, generalmente, chi sta in alto non vuole fastidi e lascia le cose come sono per quieto vivere e, fondamentalmente, mancanza di palle.

Quindi, cari sovranisti e care sovranistesse, se le cose stanno così nel mondo del lavoro, immaginate cosa possa essere un esercito governato in questo modo, ove occorre coesione, disciplina e, forse, meritocrazia.

Ahimè, c’è poco da fare, ma avere un esercito europeo sarebbe una buona soluzione e ormai bisogna arrendersi all’evidenza: la sovranità popolare italiana tanto decantata non esiste più, d’altro canto quest’ultima dovrebbe essere esercitata “nelle forme e nei limiti della Costituzione”, il che implica, a mio modesto avviso, che anche un governante con grande legittimità popolare non è autorizzato a fare il cazzo che gli pare. Il caso di Putin è l’esempio più calzante: leader amato in patria, ebbro di tanto amore, si lancia in un conflitto autodistruttivo per il suo popolo e per sé, nella convinzione di avere in mano una superpotenza che lo è, nei fatti, solo come estensione territoriale. E mi sento di aggiungere: l’Italia “consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”, come recita l’articolo 11 della Costituzione.

Insomma, ma dove cazzo vogliamo andare da soli? Altro non possiamo fare che confluire mestamente nel grande progetto Europeo, capitanato dalla Germania, che finalmente, dopo anni di mutismo e di autocensura dovuta a quel marchio d’infamia causato dalla fine del secondo conflitto mondiale, caccia i suoi coglioni biondi sul tavolo e inizia a investire cento miliardi di Euro all’anno nella difesa, il due percento del Prodotto Interno Lordo, porca puttana troia. 😍

Coraggio, non siate tristi, sapremo dare il nostro contributo come provincia della Repubblica Federale Europea, non vedo l’ora.

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E segnalatela.

Guerra Nucleare

Qualora dovesse concretizzarsi la minaccia di un olocausto nucleare, almeno potrò dire di non avere rimpianti. Ho sculettato a lungo come una fichetta in questo pazzo mondo, ci siamo fatti assieme una valanga di risate, possiamo senza meno lasciare questo pianeta mattacchione con il sorriso sulle labbra, mentre svariati megatoni sganciati da quegli scalmanati birichini dei russi radono al suolo l’intera Unione Europea, riportandoci all’età della pietra, divenuti nuovamente prede inermi di bestie ben più adatte a sopravvivere alle radiazioni, in una Terra arida e desolata, fredda, priva di vegetazione, sormontata da un cielo permanente grigio e bagnato da piogge nere e tossiche.

Sì, se tutto questo dovesse accadere, temo che dovrò chiudere il blog.

🥰😍😘

Putin contro l’Europa

Tutta questa vicenda del conflitto tra Russia e Ucraina mi fa particolarmente male, perché riapre in me delle antiche ferite di un passato che speravo di essermi lasciato alle spalle.

Come ho già avuto modo di menzionare, alcuni di voi sanno che da bambino sono stato adottato da una famiglia greca. Mio padre Gianni Kyriakos è sempre stato un uomo autoritario, il cui passatempo preferito era svegliarmi alle cinque di mattina per darmi dieci cinghiate sulla schiena, con lo scopo, a suo avviso, di temprare il mio carattere secondo lui troppo da fichetta secca. La sua indole iraconda era nevroticamente bilanciata da mia madre Argyró, una casalinga ortodossa, bigotta e passivo-aggressiva, la tipica donnetta silente, apparentemente remissiva, ma ambigua e calcolatrice.

Mio padre, con gli anni, ha inasprito il suo caratteraccio, divenendo paranoico e sospettoso nei confronti di tutti, raggiungendo l’apice del suo disturbo di personalità nel momento in cui mia madre è rimasta nuovamente incinta e gli ha fatto presente che avrebbero dovuto trasformare il suo studio in una cameretta per il mio fratellastro. A quella notizia, mio padre ha avuto una crisi di rabbia e ha cominciato a picchiare mia madre per proteggere quello che considerava da sempre il suo territorio, facendole perdere il bambino che portava in grembo.

Mia madre non ha battuto ciglio, nonostante le botte da orbi. Per tutta risposta, dopo essere uscita dall’ospedale, ha svaligiato la casa di mio padre e ha trasferito tutto il denaro su un conto in banca che aveva aperto, scappando via con me in direzione Salonicco.

Mio padre, rimasto solo e disperato, si è tolto la vita dopo qualche giorno.

Insomma, più o meno ho cercato di spiegarvi come andrà a finire tra Putin e l’Unione Europea.

Abbasso la fica.