E resti alla finestra e intanto in strada
luci e rumori l’assorda e l’abbaglia
e preghi ch’il deseo mai più t’invada;
sordo timore di vita si scaglia
su te, nel vuoto temi che si cada,
ma speri in quell’amor ch’ormai si staglia.
Amor ch’ormai sovrasta ogni clausura,
che spinge fuor di sé, verso l’ignoto,
permeabile non più, qual fior di loto
e cuce ogni ferita, la sutura.