Leggo le notizie odierne, mi rendo conto che devo smetterla di utilizzare il sito del Corriere come fonte di informazione, infatti mio marito si lamenta da un po’ di tempo del fatto che sono spesso di cattivo umore e generalmente ciò avviene subito dopo aver passato una decina di minuti a navigare sul sito incriminato. D’altro canto, ho bisogno di codesta irritazione con lo scopo di tramutarla in lamentele atte a riempire questo inutile blog, per dare sfogo al fuoco ardente della mia anima irrequieta e sublimarla in proposizioni pregne di virgole e caratterizzate da un italiano maniacalmente puntiglioso e pedante.
Gli stati d’animo che provo alla lettura del Corriere sono molteplici, passo dall’irritazione alla voglia di lanciare il mio calcolatore dalla finestra a causa del sentimentalismo smielato delle notizie strappa-clic che solitamente magnificano le gesta delle donne, dei migranti e degli animali, fino a sentirmi eccitata come una scolaretta qualora vi sia una notizia che solletica qualcuno dei miei lati più perfidi e malvagi. Difatti, l’arrivo del Green Pass costituisce una di quelle novelle che procurano un inesorabile inumidimento della mia passerina. Sono davvero contenta che finalmente noi tutti saremo schedati e catalogati, che sarà consentito un accesso limitato a eventi sportivi, spettacoli, concerti, feste e matrimoni e per andare a ballare in discoteca. Sono contenta perché finalmente saremo considerati al contempo consumatori e prodotti di consumo. Chiunque abbia superato indenne il virus e chiunque abbia ricevuto il vaccino potrà senza meno essere considerato un prodotto di alta qualità, di prima scelta, abile al lavoro, produttivo, per poter guardare al futuro, per poter finalmente essere artefice della ricostruzione e poter approdare finalmente alla cosiddetta “nuova normalità”. Dal mio punto di vista, il Green Pass però non è una misura sufficiente, pertanto mi si consenta di fare una proposta, sperando di fare cosa gradita. Potrebbe essere opportuno istituire dei quartieri appositi, con lo scopo di separare gli immuni dai non immuni. I quartieri degli immuni potrebbero essere considerati degli autentici pascoli, all’interno dei quali sarà consentita una sana alimentazione, sport all’aria aperta, cure di altissimo livello, tutto ciò per poter far sì che i vaccinati crescano, si sviluppino ed evolvano sani e forti, marchiandoli naturalmente a fuoco come delle vacche e di conseguenza schedando chiunque viva all’interno di tali quartieri. Chi invece non avrà ricevuto il vaccino dovrà assumersi la piena responsabilità di questa scelta e sarà lasciato indietro, magari assistito da un reddito universale del valore di trecento euro al mese, che gli basterà per comprare un sacco a pelo del Decathlon, acquistare del tonno in scatola e del pane presso qualsiasi discount e alloggiare comodamente in qualche palazzo abbandonato o sotto qualche ponte, in modo che costoro possano capire cosa voglia dire andare contro la politica e le task force, che in questo anno e mezzo hanno lavorato alacremente per il nostro bene. A questi voglio solo dire che siete solo degli ingrati e che vi staneremo ovunque vi troviate, continueremo a denunciarvi, qualora vogliate entrare clandestinamente nei nostri quartieri elitari e qualora cerchiate di ucciderci con le vostre varianti Epsilon, Zeta, Eta, Theta, Iota, Kappa, Lambda, Mi, Ni, fino alla Sigma, Tau, Ypsilon, Phi, Chi, Psi, Omega, che cito unicamente per sbattervi in faccia che sono di origini greche, oltre ad aver frequentato il Liceo Classico con alto profitto.
Naturalmente, questa operazione avrà un costo elevato e, come ben sapete, il nostro paese è indebitato fino al collo. Nessun problema, credo che sia arrivato il momento da parte del governo di tirar fuori le sue succulente palle pelose e di poggiarle sul tavolo: è giunta l’ora di una bella patrimoniale. Qualche politico, timidamente, propone di tassare solo i grandi patrimoni, con dei prelievi da fiche secche e piselli mosci. Ne ho già parlato in passato, ma se patrimoniale dev’essere, caro governo, abbi i coglioni di metterci la faccia: prosciuga completamente i conti correnti dei nostri genitori e fai un bell’esproprio di tutte le case di proprietà. È ora di finirla con questo vizio tutto italiano di voler tenere i soldi in banca e di investire nel mattone. Preleva tutto, Draghi, azzera le IRPEF e le IRES e mandaci tutti a lavorare e in affitto. Questa sì che sarebbe una riforma coraggiosa. E per chiunque proverà ad aprire conti correnti all’estero per evitare l’esproprio, propongo una condanna ai lavori forzati, in modo da avere della manodopera a basso costo che contribuisca alla ricostruzione del nostro paese.
So bene che ci sarà sempre qualcuno che prenderà sul serio quello che scrivo, mi limiterò a leggere il suo commento con un sorriso sornione e a salutarvi, citando quel grand’uomo di mio bisnonno, il quale soleva proferire quanto segue, con l’umiltà e la passione che si confà a noi ellenici: “H πούτσα μου είναι πολύ μεγάλη”.