
Quest’epoca impregnata di continue rivoluzioni progressiste non ha ancora portato l’innovazione necessaria all’interno della Chiesa Cattolica. Trovo che i tempi siano ormai maturi per un cambiamento che si fa sempre più necessario e urgente all’interno di un’istituzione ormai vetusta e assolutamente non in linea con il paradiso dei diritti che si è venuto a creare nel nostro occidente moderno e positivista. Mi permetto di suggerire una serie di modifiche da apportare ai sacri testi e al nostro catechismo, nella speranza che i miei suggerimenti possano dar luogo a un dibattito fruttuoso e foriero di spunti per proseguire con la nostra lotta, la nostra eterna battaglia, condotta da noi donne, madri, operaie, impiegate, lavoratrici, eroine dei nostri tempi, ma soprattutto, multitasking, qualsiasi cosa significhi.
Innanzitutto, è bene far guidare la Chiesa da due sommi pontefici, uno bianco e uno nero, senza distinzione di sesso. Questa diarchia darebbe senza meno un tocco di classe e modernità alla Chiesa fondata da Nostro Signore, non solo per l’eleganza dovuta al gradevole abbinamento di colori, ma anche perché ciò porterebbe a una necessaria integrazione con il concetto di Yin e di Yang derivante dall’antica filosofia cinese e dal Taoismo, dando una spruzzatina di oriente che fa sempre un gran figurone. A questo, dovrà naturalmente seguire una totale rivisitazione della Sacra Bibbia, in un’ottica favorevole ai diritti degli omosessuali e delle donne, nell’ambito della quale Dio Padre venga sostituito con Dea Madre, donna onnipotente, castrante e accentratrice, la quale, nel Nuovo Testamento, decide di mandare sulla terra suo figlio Gesù Cristo, un ragazzone al contempo viziato e succube della sua volontà soffocante, il quale non avrà alcuna voglia di lavorare come falegname presso i suoi genitori adottivi Giuseppe e Maria e deciderà di passare il tempo a bighellonare tra un aperitivo e l’altro con una dozzina di amici scalmanati e mattacchioni, ironicamente soprannominati da lui stesso “gli apostoli”. Gesù stringerà un’amicizia particolare con “l’apostolo” Giovanni e avrà una relazione con quest’ultimo, attirandosi le gelosie di Giuda, innamorato da sempre di lui, ma vittima di una dipendenza affettiva che lo renderà appiccicoso e bisognoso e che porterà Nostro Signore a tenerlo alla larga. Giuda si vendicherà delle attenzioni non ricevute segnalando il suo grande amore a una banda di transomofobi, che lo uccideranno a suon di calci e pugni nel corso di una scampagnata sul Golgota-Calvario, per poi inchiodare il suo corpo a una croce di legno. Maria si recherà sul luogo del misfatto con Giovanni e l’amica Maddalena e, a causa del dolore per la perdita di suo figlio, diverrà isterica e imprevedibile, andando a compromettere il rapporto con suo marito Giuseppe, il quale, un giorno, esasperato dall’ennesima scenata fuori luogo, la ucciderà a colpi di accetta per poi togliersi la vita, macchiandosi del primo femminicidio della storia dell’umanità.
Se me lo consentite, questa riscrittura dell’Antico e Nuovo Testamento consentirebbe tra l’altro di far sì che il femminicidio e la transomofobia vengano annoverati tra l’elenco dei peccati mortali, declassando l’aborto a peccato veniale, a pari merito con la masturbazione e garantendo a donne, omosessuali e trans di accedere al sacerdozio, oltre che introdurre la possibilità di declassare gli attuali sacerdoti al grado di “suori” e “perpetui” delle nuove sacerdotesse della Nuova Chiesa Cattolica.
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