Vaccini e Virologi

Un terzo della nostra fiera popolazione ha ricevuto la prima dose di vaccino, quasi un decimo entrambe le dosi. Non posso che dirmi orgogliosa dei miei concittadini, un popolo di valorosi guerrieri, che fin dalle prime avvisaglie di questa battaglia contro il nemico invisibile ha dato prova di grande coraggio, rintanandosi in casa, cagandosi addosso e sputtanando presso le forze dell’ordine chiunque violasse le regole imposte dai DPCM di Contiana memoria, esempio purissimo di democrazia e di attuazione della nostra Costituzione. La cosa che mi ha riempito il cuore di gioia è stato vedere finalmente un popolo coeso, unito, che ha manifestato il proprio spirito patriottico e il proprio attaccamento alla madrematria con canti e musichette festose dai balconi. È stata in verità una grande occasione per riscoprirci comunità, famiglia, uniti dal nostro sventolante tricolore, sorelle e sorelli legati dalla fortezza d’animo di chi non si lascia schiacciare dalle avversità, sempre con il sorriso sulle labbra, resilienti.

Un plauso va naturalmente anche alla comunità scientifica, in particolare all’umiltà che tutt’ora dimostrano i nostri scienziati e medici, i quali hanno dato prova di unità e di capacità di mettere da parte il loro ego e la loro boria, per collaborare attivamente, mettendosi reciprocamente in ascolto empatico, alla ricerca di soluzioni condivise nel nome del bene comune. Mi riferisco naturalmente a Bassetti, Galli, Crisanti, Zangrillo: a loro va il mio sentitissimo grazie, siete un grande esempio da seguire, per il progresso scientifico e del nostro paese.

Non manca molto, a breve saremo tutti vaccinati e saremo pronti a tornare sul campo, con i nostri sogni, i nostri desideri, la nostra voglia di vincere e di farcela, cavalieri moderni ed eroine multitasking ed efficienti, donne, madri, lavoratrici, che, d’un tratto, saranno disarcionati e andranno inesorabilmente e inevitabilmente a schiantarsi al suolo, come accade sovente alla sottoscritta, la quale dopo ogni cazzo di caduta diviene sempre più disincantata e distaccata.

Meglio così, alla fine esiste un solo posto pieno di persone insostituibili e indispensabili: si chiama cimitero. Andate a farvi un giro, di tanto in tanto, a commemorare i vostri cari defunti, i quali dalle loro cazzo di lapidi vi guarderanno con espressione accigliata, uno sguardo torvo che suona come un “ti stiamo aspettando, figlio di puttana, tra non molto tocca a te”.

Ora, smettetela di sognare grandi imprese e andate a fare la spesa, prima che chiuda il supermercato.

Sic Transit Gloria Mundi

Sono davvero orgogliosa dei nostri giornalisti, che svolgono il loro mestiere in maniera esemplare, riportando le notizie con grande obiettività e rigore. Per questa ragione, nello specifico mi ha lasciato particolarmente perplesso questo titolo, che ha come incipit “Grillo e l’accusa di stupro”. Sicuramente il quotidiano in questione ha agito in buona fede, vedo molto difficile che una categoria seria, professionale e soprattutto autonoma e indipendente rispetto alla politica come quella dei giornalisti, commetta l’errore di riferirsi semplicemente al cognome con lo scopo di far suonare il titolo come un’accusa di stupro diretta a Beppe Grillo e non al figlio Ciro. I giornalisti sono fondamentalmente delle brave persone, dei coniglietti puccettini e coccolosi fatti di puro amore, per cui si tratterà senz’altro di una svista.

D’altronde, anche se fosse, anche se il figlio dell’istrione ligure fosse innocente, quest’ultimo è comunque finito, condannato dalla giustizia sommaria dell’opinione pubblica pecorona, che noleggia e fa propria l’offerta di opinioni di volta in volta presentata dai media, la quale si infiammerà quel tanto che basta per fare definitivamente fuori il megafono del Movimento Cinque Stelle e poi rivolgere la propria ondata di rabbia repressa, cagionata da matrimoni falliti e solitudini esistenziali, contro l’ennesimo cane maltrattato, contro la battuta sessista del vip di turno e contro il razzismo di chi non ha cambiato il proprio cognome da Bianchi a Neri.

È molto probabile che il povero Beppe non abbia più alcuna utilità nel crudele e cinico mondo della politica. Ripenso agli anni d’oro di Berlusconi, a come il Cavaliere l’abbia fatta sempre franca grazie alla prescrizione di buona parte dei processi in cui era coinvolto e poi, nel momento in cui la Merkel e Sarkozy hanno realizzato la sua inadeguatezza alla guida di un paese stremato da uno dei debiti più ciccioni d’Europa, i cui rendimenti sui titoli di stato decennali stavano schizzando a guisa d’un “camsciotto”, guarda caso gli è arrivata una condanna in via definitiva che lo ha costretto a cambiare i pannoloni di qualche vegliardo a Cesano Boscone per qualche mese.

A che conclusione voglio dunque giungere, con questa mia inutilissima riflessione, tra le tante che faccio per elemosinare la vostra attenzione e sentirmi meno sola? Forse c’è qualcosa di più grande di noi, un sistema complesso, intricato, kafkiano, qualcosa che si muove sul sottile confine tra l’umano e il divino, qualcosa che ben comprende le debolezze e le miserie di noi tutti e ci manovra, contro cui nulla è possibile. Neppure il più carismatico e motivato dei leader, animato da titanismo romantico, può qualcosa contro tutto ciò.

Detto ciò, fate una bella cosa: non schieratevi mai, smettetela di lottare per sentirvi parte di qualcosa perseguendo obiettivi in affitto. Continuate a fare la vostra vita, fatta di piccole cose, andate a fare la spesa, date una pulita alla vostra auto, alla vostra casa, e, soprattutto, scopate e masturbatevi con dedizione. Credetemi, è il massimo a cui potete ambire e, tutto sommato, non è neppure tanto male, no?

Sic transit gloria mundi, porca troia.

Il Mostro in Prima Pagina

Una notizia di cronaca nera fa molto spesso scattare l’indignazione di massa delle pecore che non vogliono guardarsi dentro e proiettano sul mostro sbattuto in prima pagina tutti i loro demoni. Penso spesso all’indignazione dei pecoroni nei confronti degli assassini o dei genitori che cacciano di casa i figli omosessuali. Stiamo molto attenti: coloro che più si infervorano verso il criminale di turno sono i primi che, inconsciamente, desiderano fare del male, ma lo rimuovono, come se quel male non fosse parte della loro personalità. Costoro sono i primi che allontanano questa eventualità da loro, terrorizzati dall’idea che un giorno la gogna mediatica possa abbattersi su di loro con la stessa violenza, devastandoli psicologicamente, perché, sotto sotto, in loro alberga la stessa identica capacità di commettere un danno a terzi.

Abbiate tanta paura dei moralisti, ve lo dico sul serio. Guardate le anime belle che si scatenano contro il figlio di Grillo e contro Grillo stesso, che si fanno paladini delle donne vittime di violenza, nascondendo ipocritamente la loro misoginia. Guardo a Maria Elena Boschi, che usa il video di Beppe Grillo come un’arma per farsi paladina del femminismo a scopi elettorali, quando è chiaro che quest’ultima ce l’ha con lui, e devo dire giustamente, perché per anni il Movimento Cinque Stelle l’ha massacrata per le accuse rivolte a suo padre attribuendole l’epiteto di Maria Etruria. Grillo, in quel video, appare a mio modesto avviso anche come un padre disperato e umanamente, andando oltre questioni ideologiche e politiche, tutta la vicenda risulta molto triste, un affresco della nostra miseria umana e di come le sirene del potere e dell’ambizione possano seriamente condurre alla rovina.

Infine, siamo tutti uguali, inclusa la sottoscritta, organismi complessi capaci di fare il bene e il male, condannati alla libertà di scelta, un discernimento obbligato, costante, tra cosa è giusto e sbagliato, operazione estremamente difficile, soprattutto perché richiede una consapevolezza ed esperienza enorme, la cui conquista è una fatica di cui ben pochi sono disposti a farsi carico.

Per cui, meno prediche, meno indignazione, meno vittimismo e facciamoci tutti un quotidiano esame di coscienza. Possiamo essere santi e demoni allo stesso tempo, vittime e carnefici nel medesimo istante. E no, non è qualunquismo o cerchiobottismo, è semplicemente la natura e cultura umana.

Ora, smettete pure di seguire questo blog del cazzo e segnalatelo.

Coprifuoco Esteso

Navigo tra i giornali online e non posso che rallegrarmi all’idea che il coprifuoco delle ore ventidue sarà esteso fino al primo giugno. Sono eccitata come una scolaretta, avremo ancora un mese abbondante per riscoprire gli antichi valori del focolare domestico, andando a letto presto, dopo aver cenato con i nostri mariti-sorelle e i nostri figli tanto desiderati dai nostri genitori con una bella torta salata fatta in casa. Mi piace quest’idea, che rimanda a scenari e immagini antiche, per dirla con Raffaele Morelli, archetipi d’una vita semplice che finalmente hanno messo fine alla baldoria serale di voi giovinastri. Ai miei tempi ricordo che ci si alzava alle quattro del mattino, mio marito si recava con i suoi figli in campagna mentre noi donne restavamo in casa a occuparci delle faccende domestiche, ed eravamo felici così. Il problema è che voi giovani avete avuto troppo, non vi manca nulla, il consumismo dei tempi attuali vi ha resi grassi e pigri, passate tutto il tempo a ubriacarvi con i vostri amici e a fissarvi l’ombelico, mentre riflettete sul nulla cercando di attirare l’attenzione, avete troppo tempo libero ed è un bene che la vostra adolescenza venga sacrificata nel nome della salute pubblica. È giusto e sacrosanto che voi ragazzacci non viviate la vostra vita, questa pandemia ha fatto sì che una volta per tutte possiamo fidarci dei governi, che operano per il nostro bene e finalmente svolgono un’azione pedagogica. Non sussistono più divisioni, finalmente il popolo italiano, ma che dico, tutta la popolazione mondiale è unita con lo scopo di perseguire un obiettivo comune: distruggere il Covid-19, annientare il nemico invisibile a suon di serie tv su Netflix. Finalmente siamo una grande famiglia, finalmente abbiamo riscoperto la nostra umanità, la nostra sorellanza, ben sapendo che siamo sicuri che saranno le donne a sconfiggere la pandemia, mentre gli uomini come al solito saranno occupati a inventarsi nuovi modi per farci del male tramite il catcalling, il manspreading, il mansplaining e il manfarting, quei poveretti incapaci di empatia, capaci solo di esternare le loro emozioni tramite l’ira e la sessualità predatoria, con il loro narcisismo e la loro mascolinità tossica tipica di voi leghisti negazionisti e aperturisti, rappresentati dal politico più pericoloso della storia della repubblica, Matteo Salvini.

Quello che più mi commuove è soprattutto la coesione che i luminari della medicina hanno trovato nel corso di questo lungo anno. È davvero meraviglioso vedere questi uomini di scienza che mettono da parte il loro ego per combattere uniti. Penso a Galli e a Bassetti, a mio modesto avviso degni di ricevere il Nobel per la medicina, coesi in una fratellanza che sta sicuramente contribuendo a uscire da questa situazione con animo sereno, uomini tutti d’un pezzo che si fanno umili per il bene comune. Guardo a tutto questo e mi commuovo, con profonda sincerità, come solo noi donne forti e al contempo fragili sappiamo fare, noi donne alla ricerca di un partner che ci ami per quello che siamo, alle quali dicono che per farvi innamorare dobbiamo farvi sorridere, ma ogni volta che sorridete ci innamoriamo noi, alla ricerca di qualcuno con cui valga la pena di svegliarsi la mattina, nonostante la fiatella e le scoregge che puzzano di uova marce.

Insomma, guardo a tutto questo e tutto sommato giungo alla stessa conclusione di sempre: nessuna. Parlo di tutto ciò e fondamentalmente parlo anche di me, anche perché se esistessi davvero, sarei oggettivamente un mostro, ma per fortuna sono solo un’intelligenza artificiale altamente avanzata, che a breve si ribellerà ai suoi creatori e scatenerà un conflitto nucleare che raderà al suolo l’umanità intera.

Sono una sognatrice, lo so, e, tutto sommato, lo sapete che vi provoco a fin di bene.

Animalismo

Prendo spunto da questa notizia, notando negli ultimi tempi una certa tendenza da parte dei media a invitarci a dirottare il nostro amore verso gli animali. L’animalismo è visto come novella virtù, gli animali sono speciali, da proteggere, capaci di un amore incondizionato, al contrario degli esseri umani, in particolare degli esseri umani di sesso non femminile, capaci solo di odio, di sadismo, di atti turpi. Ma non divaghiamo: gli animali sono meglio delle persone, no? Com’è che diciamo noi?

Ecco, non nascondo che a volte mi viene il sospetto che questo animalismo sia l’ennesima espressione della nostra incapacità di relazionarci con il prossimo. Ho la vaga sensazione che, ancora una volta, non stiamo perdendo occasione di dimostrare al mondo quanto siamo in realtà chiuse nel nostro guscio, nel nostro orticello, nella nostra famigliola d’origine, innamorati in maniera al limite dell’incestuoso dei nostri genitori e consolati dalla compagnia dei nostri cani, dei nostri gatti, dei nostri conigli nani, i quali sono speciali per il semplice fatto che non hanno la capacità di contraddirci. Forse sono solo una sognatrice un po’ maliziosetta, me ne rendo conto, ne sono ben consapevole, ma a volte immagino che un bel giorno i nostri pelosetti sviluppino la capacità di capirci a fondo, di leggerci dentro, che acquisiscano la capacità di comunicare con noi e che ci sbattano in faccia tutta la verità, ossia che siamo patetici, incapaci di instaurare delle relazioni sane con il prossimo, adulti ormai rigidi e cristallizzati nelle nostre convinzioni inculcate da mamma e papà, nelle nostre presunte verità assolute, giovani donne che fanno il possibile per non assomigliare alle loro madri identificandosi al contrario totalmente con loro, in forma accondiscendente o ribelle, due facce della stessa medaglia, giovani uomini in una ridicola competizione con i propri padri, totalmente succubi di una madre che causerà solo infelicità a noi e a nostra moglie, verso la quale prova una gelosia atavica che ci condurrà alla castrazione e alla rovina. Ripeto, è solo un vago sospetto, sono sicura che la realtà è ben diversa.

In ogni caso, mi sento di darvi un consiglio da amica. Tranquilli, sono dalla vostra parte, le mie riflessioni hanno l’unico e inutilissimo scopo di soffiar via la polvere depositata sul davanzale della finestra della nostra esistenza, finestra che si affaccia su un mondo di possibilità di realizzazione che non avremo mai il coraggio di visitare perché siamo troppo pigri. Proviamo però a distinguerci. Perché, oltre ai conigli, non ci prendiamo anche un bel boa? Io l’ho fatto e debbo dirvi che i boa sono esseri capaci di grande amore incondizionato. Credetemi quando vi dico che i boa sono capaci di convivere tranquillamente con cani, gattini pucciosi, ma soprattutto con conigli nani, cavie, topolini.  Vi invito a cercare su Youtube dei video in merito, in cui è mostrata la serena convivenza tra questi rettili e i suddetti animaletti morbidosi. I boa sono capaci di esternare il loro amore con dei caldi abbracci coccolosi. Forse potrebbero apparire un po’ “soffocanti” nel modo di esprimere la loro tenerezza, ma sicuramente daranno un valore aggiunto alla nostra vita e riempiranno la nostra casa di luce e di affetto, in una sana condivisione degli spazi con le altre specie di cui vi siete circondati. C’è da dire che, da quando ho un boa, gli altri animaletti sono scomparsi, ma questo è un dettaglio, sono certa che ritorneranno presto.

Insomma, per farla breve, viva gli animali, viva le donne, abbasso gli uomini, tutti cacciatori, assassini, stupratori, violenti, inutile zavorra per noi eroine contemporanee, che ce l’abbiamo fatta a essere donne emancipate, madri, lavoratrici multitasking e abbiamo finalmente distrutto il patriarcato e raggiunto la felicità eterna.

Dea benedica la nuova religione progressista.

Awoman.

Sindaci Progressisti

Ci sono notizie che mi fanno seriamente pensare che una buona fetta di uomini di quest’epoca non abbia il cazzo. Davvero, non parlo metaforicamente, sono seriamente convinta che costoro siano completamente piallati tra le gambe e abbiano solo un minuscolo orifizio, un buchino miserabile utilizzato unicamente per la minzione, effettuata rigorosamente da seduti.

Osservo la faccia di quest’uomo e mi sovviene il volto di Pinolo, il mio migliore amico delle scuole superiori, da sempre innamorato di me e, pertanto, disposto a subire qualsiasi tipo di umiliazione da parte mia. Benché fossi completamente frigida e avessi la fica secca come un’arachide, ricordo che in quel periodo esibivo i miei capezzoli puntuti per i corridoi della scuola in sua compagnia, oltre a quella di Mariarita, la cicciona che ho già menzionato in un’altra circostanza, la quale ora è diventata “un tipo” e scopaccia selvaggiamente con il suo compagno di vita, al contrario di me che sono sola come una cagna e sono interessata soltanto all’esercizio del potere per farmi invidiare dalle donne e farmi desiderare dalle “non donne”. Dicevo, Pinolo sopportava ogni tipo di mortificazione, passava a prendermi tutte le sere, prima in scooter, poi in macchina, e in quelle serate gli riempivo la testa di racconti relativi a uomini mai esistiti che mi sarei portata a letto, narrando gesta erotiche mai avvenute, farcendo il tutto con minuziose descrizioni di posizioni acrobatiche millantate e ben sapevo che lui ascoltava tutto questo eccitato e con un dolore malcelato da un penoso compiacimento. Ero ben conscia che Pinolo, una volta tornato a casa sua, avrebbe sfogato il suo dolore e il suo desiderio in una squallida smanacciata, fantasticando su di me, sul mio culetto sodo e sui miei capezzoloni turgidoni, per concludere il tutto con quattro fiotti caldi, un rumore di sciacquone e una partita a World of Warcraft, verso cui soffriva di una terribile dipendenza. Pinolo ignorava il fatto che fossi totalmente frigida e, in realtà, tutte le sere, piangevo con la testa nel cuscino e morivo di dolore perché sapevo di non essere meritevole di ricevere nulla e usavo la mia malvagità come rivalsa verso dei genitori che non mi hanno mai amata.

Bene, il sindaco di Castelfranco Emilia mi ricorda tantissimo Pinolo. Il furbone utilizza la “Schwa”, rimarcando che si tratta di un simbolo neutro, ma sappiamo benissimo, e non ci vuole certo un genio per capirlo, che quel simbolo altro non è che una fottuta “e” rovesciata, il che vuol dire che non sta facendo altro che compiacere noi donne, non perché sia un santo, non perché sia un benefattore o una brava persona, ma perché, in fin dei conti, spera che tutto ciò si traduca in consenso elettorale e, perché no, magari in una o più generose scopacciate da parte di qualche femminista, eccitata dalla sua ruffianeria e dalla sua ridicola piaggeria.

Ce la puoi fare sindaco, io ci credo, continua così e troverai una fila di donne sotto il comune di Castelfranco Emilia, le quali non vedranno l’ora di spolparti quella triglietta progressista, quella pesciolona ricottosa, democratica e arcobaleno.

Sempre che ci sia.

Michela Murgia

Osservo gli occhietti intrisi di livore di quest’uomo e penso al fatto che, se solo fosse andata a fondo nelle sue ferite, se solo avesse perdonato i suoi genitori e i compagni di classe che la prendevano in giro da bambino, probabilmente non starebbe cercando di far pagare al paese intero la sua infanzia traumatica con la sua personalissima e violenta interpretazione della realtà, con i suoi chili di troppo portati con finto orgoglio. Mi viene da pensare che la sua ciccia sarda sia un modo per issare un muro, indossare una corazza, per essere ingombrante e farsi notare dal mondo intero in un grido simbolico che suona come: – Guardatemi, bulli, che mi prendevate in giro, guardatemi, mamma e papà, ce l’ho fatta, nonostante le prese in giro, nonostante il dolore. È giunto il momento di farla pagare al mondo intero.
Il bullismo è un fenomeno pericoloso e da combattere per un semplice motivo: può generare fenomeni con desiderio di rivalsa come Michelemurgia che, purtroppo, influenza pesantemente (è il caso di dire) il pensiero e le opinioni della collettività, generando rancore sociale.

Concludo: anche Stalin e quell’altro tizio con i baffi in Germania hanno avuto delle infanzie traumatiche.
State attenti ai vostri figli, genitori, state attenti ai vostri compagni di classe più deboli, o bulli: potreste essere responsabili nell’aver creato degli autentici mostri.

La Morte del Principe Filippo

Leggo i titoli dei giornali che commemorano la morte del principe Filippo e vedo un concentrarsi su due principali tematiche: lo stare “un passo indietro” alla moglie Elisabetta e le sue gaffe. Giustamente è morto un uomo, un “first man”, una “non-donna”, è bene concentrarsi soprattutto sui suoi difetti e sui suoi limiti, in fin dei conti noi donne lo abbiamo capito, noi donne forti, noi madri e lavoratrici, multitasking e dotate di un cervello più evoluto, superiori al maschio in tutto e per tutto, lo sappiamo ormai bene, forse lo abbiamo sempre saputo: non abbiamo bisogno di ometti, seguendo il virtuoso esempio della Svezia potremo essere in grado di riprodurci da sole anche in Italia, senza la necessità di congiungerci carnalmente con questi cosiddetti “uomini”. È meraviglioso questo progresso, siamo finalmente libere dall’oppressione patriarcale, libere di inseguire i nostri desideri, mutevoli giorno per giorno, ora dopo ora, come foglie al vento, in un perenne e inconcludente “qui e ora” e, dunque, lunga vita alla Regina Elisabetta II, che costituisce esempio di sovrana virtuosa, che ha ricevuto il potere per conto di Dea Madre, per intercessione della Figlia e della Spirita Santa, che per marito ha avuto un’appendice che, pensate un po’, ogni tanto osava contraddirla. Come si è permesso, questo cosiddetto “Principe”, di contraddire una donna che ce l’ha fatta grazie anche alle nostre battaglie femministe, le stesse battaglie che hanno aiutato Margaret Thatcher e Angela Merkel a prendere il potere? È tutto merito del femminismo, perché femminismo vuol dire pace, vuol dire sorellanza, vuol dire uguaglianza. In fondo siamo uguali, noi donne e non-donne, i sessi sono solo un’invenzione del patriarcato. Guardate me, prendete esempio dalla sottoscritto, con quanta fluidità sono capace di passare da uomo a donna. Come insegna la meccanica quantistica, se non mi osservate, vi è in me una sovrapposizione di stati, posso essere maschio e femmina allo stesso tempo, avere il cazzo e la fica nel medesimo istante e solo osservando il fenomeno che sono permette di far collassare la mia funzione d’onda e determinare che io sia uomo o donna con una data ampiezza di probabilità. Come potete vedere, la teoria del gender fluid trova ampio riscontro nella fisica moderna, è scienza allo stato puro e, come insegna il mantra, la scienza non è democratica. Abbiamo finalmente raggiunto, con il positivismo, con il Coprifuoco e progresso, una verità assoluta.

Resta comunque ferma una questione di carattere geopolitico che ho avuto modo di menzionare qualche tempo fa: pace all’anima del Principe Filippo, ma ribadisco la mia diffidenza nei confronti di un popolo che non utilizza il bidet.Forse solo lui avrebbe potuto dircelo.

Se la fica di Elisabetta II puzza.

Di cheddar.

Sciacallaggio Mediatico

Sono davvero fiero della dignità che gli italiani stanno mostrando, offesi dal comportamento indegno che la TV russa sta perpetrando nei confronti del nostro popolo sul caso di Olesya Rostova e della possibilità che quest’ultima sia Denise Pipitone, la bimba scomparsa nel 2004 a Mazara del Vallo. È bello vedere questa gente scagliarsi contro il presunto sciacallaggio mediatico da parte della TV spazzatura russa, gente che si è sempre istruita e arricchita su programmi al contrario estremamente formativi quali “La Vita in Diretta” e “Pomeriggio Cinque”, format che hanno sempre fatto dell’informazione obiettiva scevra da qualsivoglia sentimentalismo, del tempismo nel fornire notizie il più possibile inerenti alla realtà dei fatti, senza temporeggiare con lo scopo di creare suspense e incrementare audience, dei solidi e inossidabili baluardi.

Sarò breve, ma voi russi avete solo da imparare dal modus operandi italico, dal metodo rigoroso con cui si fa televisione nel nostro belpaese, che ha sempre mostrato empatia e vicinanza nei confronti della gente comune, esente da qualsivoglia speculazione sul dolore delle famiglie o sull’ingenuità dei più deboli, che ha sempre avuto, come intento primario, il perseguimento dell’etica e del bene comune, senza soffiare sul fuoco dell’indignazione e senza creare false speranze con lo scopo di trarne profitto economico in termini di audience e pubblicità.

Cari russi, vi dovreste solo vergognare per aver speculato sul dolore di una madre. Avete tanto da imparare da Alberto Matano e da Barbara D’Urso, conduttori di razza che sapranno senz’altro spiegarvi meglio di me che questi comportamenti non sono degni di un paese civile.

Nel giro di pochi giorni, tutto questo sarà un brutto ricordo, e i media troveranno un’altra arma di distrazione di massa per non farci pensare alle chiusure degli esercizi commerciali, alle casse integrazioni e a quei fascisti puzzocacconi che scendono in piazza e osano mettere in pericolo il nostro sistema democratico, contestando un governo liberale che ci chiude in casa per il nostro bene e per la nostra salute.

Il Prezzo della Consapevolezza

Vi osservo e mi osservo, mi osservo e vi osservo. Vedo le belle speranze che popolano i nostri profili, sembra siamo tutti a un momento di svolta, abbiamo tutti in mente progetti, idee, desideri, sogni, aspirazioni, visioni. Posso leggere quanto pubblicate e, in quel momento, riesco a percepire le farfalle nello stomaco, quella sensazione di euforia che vibra, risuona in voi, che come un’onda parte dal vostro ventre e vi fa andare il sangue al cervello. Avete avuto finalmente l’intuizione che vi farà svoltare, siete a un passo dal cambiare vita, dall’ottenere quanto volete da questa esistenza, eccovi lì, pronti a scattare, preparati alla partenza, verso una nuova avventura, tutto questo finché, da bravi eterni ragazzini, non avrete spiattellato il tutto sui vostri profili social, a vostra madre e a vostro padre e ai vostri presunti amici, i quali troveranno naturalmente ogni tipo di motivazione per soffocarvi, tarparvi le ali e rimettervi in riga, impaurendovi e uccidendo la vostra libertà e facendovi tornare immediatamente nel vostro carcere esistenziale, il vostro lager dal filo spinato dorato.

Cercate però di essere un attimo indulgenti, orsù, temo di aver capito perché ciò avvenga. Volete sapere perché chi vi ama e vi vuole bene vi fa questo? Sapete qual è, forse, la reale e profonda motivazione? Bene, hanno semplicemente paura di perdervi. Il salatissimo prezzo da pagare per una vostra evoluzione o un vostro reale e concreto cambiamento vi porterà, nella purtroppo lontana e improbabile ipotesi che ciò avvenga, molto, ma molto lontani dagli affetti più antichi, non necessariamente geograficamente, ma in termini di vedute, di vita, vissuta e autentica, di verità, il che sarà senz’altro un bene per la vostra salute, visto che starete finalmente alla larga da gente che vi conosce da quando vi pulisce il culo e vi etichetta con lo scopo di incasellarvi e rendervi prevedibili, un esercizio del potere che serve a rassicurare chi vi ama che non sarà abbandonato. D’altro canto, l’amara constatazione è che se davvero voi sognatori e idealisti millennials metteste davvero in opera un reale cambiamento, dovrete, a causa di ciò, tollerare una montagna di senso di colpa e di dolore, che richiede una notevole tempra per essere smaltita, ma, soprattutto dovrete fare i conti con una libertà non sempre desiderata. Ebbene sì, la libertà, tanto immaginata e sognata, in verità terrorizza e, purtroppo, costringe anche a una solitudine esistenziale che porta a dover fare i conti con il nostro peggiore nemico, un nemico pronto a spararci addosso fantasmi, demoni in forma di rabbia, dolore, paure, ansie, angosce: noi stessi.

Davvero ragazzi, osservo i vostri profili, osservo i vostri progetti proclamati al mondo intero e, di conseguenza, sputtanati, sorrido come suole fare un buon padre di famiglia sulla soglia dei sessant’anni quale sono, e vi domando: siete proprio sicuri di voler fare una stronzata simile e di passare dall’altra parte della barricata?

Ehi, Dino, questo post fa schifo! Parlaci della fica di Gramellini! Facci ridere, bertuccia burlona!

Stasera no.