Incremento dei Vaccini

Quest’oggi l’ammontare di vaccinati ha superato quota tre milioni. Gli annunzi del governo prevedono un incremento di dosi giornaliere a partire dal prossimo mese. Se davvero si raggiungerà la quota di cinquecentomila vaccinazioni al giorno, teoricamente in circa quattro mesi, tutto il popolo italiano avrà ricevuto la sua bella dose e le gabbie saranno lentamente aperte.Ora, ne ho scritto spesso, e lo ribadisco: siamo proprio sicuri di voler tornare alla vita di prima? Quanti battesimi e matrimoni abbiamo saltato grazie al Covid? Quanti noiosi pranzi in famiglia abbiamo evitato? Davvero, c’è qualcuno di voi che si diverte a pranzare con genitori e suoceri? Quanti aperitivi, quante pasquette, quanti capodanni, quanti eventi di gruppo in generale ci siamo risparmiati, circondandoci di gente con cui non abbiamo nulla in comune e della quale non ci interessa assolutamente nulla, purché ci siamo, purché siamo presenti, purché non si dimentichino di noi, ma soprattutto, purché non parlino male di noi, visto che se, siamo presenti, non potranno farlo?

Siamo proprio sicuri di voler tornare alla vita di prima? Non abbiamo fondamentalmente riassaporato il piacere di una vita sobria, ma soprattutto, non abbiamo finalmente ritrovato del tempo per noi, per fare davvero quello che ci piace, invece di ammazzare il tempo senza costruire nulla? Magari molti di noi si sono riempiti il culo di acquisti su amazon, siamo d’accordo, ma non ci siamo forse sentite libere da quest’obbligo patologico di uscire, di spendere e di spandere solo perché è sabato, e di vedere delle facce di merda come la nostra, come la mia?

Sul serio, non so se sono pronta a tornare alla vita precedente, un po’ come quello stronzo di Novecento in “La leggenda del pianista sull’oceano”, il quale, nel momento in cui sta per mollare la nave su cui è nato e cresciuto, decide che non ha nessun interesse a visitare la terra ferma e di restare su quella mastodontica imbarcazione, che tutto sommato lo faceva sentire coccolato, al sicuro e sono ben contento di aver spoilerato una parte del film. Se non l’avete visto, la colpa è solo vostra.

Viva La Scuola

Mi capita di riflettere sul ruolo che svolge la scuola italiana nel formare le giovani generazioni. So che ci sono diversi docenti che seguono questa porcata di blog, per cui avendo nei loro confronti una stima profonda per la loro preparazione e per l’impegno che mettono nel loro lavoro, mi costringerò a essere meno caustico del solito.

Mi tornano alla mente i tempi in cui frequentavo le scuole superiori e, di quel periodo, ricordo una certa difficoltà da parte dei miei docenti nel dare un’insufficienza e un debito formativo, per non parlare della bocciatura, una sorta di tabù divenuto inviolabile come l’incesto. Certo, ricordo bene che, provenendo da un contesto piuttosto piccolo, ero finito in una classe di figli di papà, molti dei quali avevano relazioni di tipo amicale o professionale con i professori o il preside stesso della scuola, di conseguenza questi rapporti non consentivano una certa libertà di movimento da parte del personale docente nel valutarci in maniera oggettiva. Del resto, non posso far la morale a nessuno, dato che io stesso sono figlio di un potentissimo cardinale, ma, in ogni caso, mi sovviene un episodio di ormai svariati anni fa. Avevamo terminato il terzo anno, scrutini in corso, una mia compagna di classe aveva preso voti molto alti nelle materie umanistiche, otto in filosofia, otto in storia, otto in italiano, sette in latino, ma, guarda caso, insufficiente in matematica e fisica. Nella gran parte dei contesti, con buona probabilità quelle insufficienze sarebbero state tramutate con un colpo di spugna in un sei politico, con lo scopo di non rovinare la sua media. Aggiungo che la ragazza in questione era figlia anche lei, tra l’altro, di un avvocato piuttosto conosciuto in paese. Bene, accadde qualcosa d’insolito quell’anno: il mio professore di matematica e fisica decise di tenere duro, nonostante avesse tutto il consiglio di classe contro, e la ragazza in questione fu rimandata nelle due materie. Fu alquanto curioso, quando uscirono i quadri, vedere esposta la sua media del sette e mezzo con due debiti formativi. Ricordo che ai tempi abbiamo tutti considerato quel docente un emerito stronzo, non solo noi studenti, ma financo alcuni suoi colleghi. Eppure, con il senno di poi, credo che quell’uomo vada in realtà considerato come un vero eroe, uno dei pochi che, in quel momento drammatico, ha creduto nella meritocrazia e si è mantenuto coerente. Del resto, nonostante fosse un professore piuttosto rigido, che sovente otteneva rispetto incutendo terrore, ha sempre svolto il suo programma con rigore e puntualità, portando avanti quei quattro gatti che capivano le sue materie. Tutto il resto della classe veniva puntualmente rimandato a settembre.

Ecco, mi rendo conto che, al giorno d’oggi, una cosa del genere sia estremamente difficile. Viviamo nell’epoca morbidosa in cui bisogna preservare la sensibilità dei fanciulli e stare attenti a non ferirli e a non causar loro troppi problemi. Del resto, è davvero indecoroso vedere come indegni genitori si rivoltino contro i docenti se questi ultimi si mostrano eccessivamente severi, ma voglio fare un appello ai miei cari professori che mi seguono, anche se non credo ne abbiano bisogno, ma nonostante tutto ci provo lo stesso: non abbiate alcun timore riverenziale nei confronti di questi genitori falliti, questi disastri che hanno dato immeritatamente frutto in una scopata che avrebbero dovuto risparmiarsi e che, proteggendo i loro rampolli con questo mammismo castrante, hanno dato alla luce una generazione di molluschi che, non appena sbattuti nel mondo del lavoro, si renderanno conto di come la realtà sia ben diversa e saranno costretti a rimboccarsi le maniche, a meno che non abbiano naturalmente qualche santo in paradiso che garantisca loro un posto pubblico anche se, al giorno d’oggi, anche lì gli accessi sono più che limitati. Per cui, cari professori, guardate bene negli occhi questi genitori, durante i convegni e i ricevimenti, e non abbiate paura a far loro presente che i loro figli sono dei molluschi figli di molluschi incapaci e che se non si mettono sotto a studiare saranno bocciati senza pietà. Tenete duro, siate come il mio prof di matematica, se dentro una vocina vi sussurra che questi stronzetti brufolosi e segaioli siano da rimandare, siate fermi e decisi: rimandateli, bocciateli.

Fatelo per il loro bene, per il bene dei vostri studenti. Fallire fa bene ed è forse più formativo di una media del dieci e di un percorso ineccepibile e senza intoppi, anche perché un figlio, a un certo punto della sua vita, se cresce sano nonostante dei genitori immeritevoli, odierà una madre e un padre troppo permissivi e si sentirà tradito proprio dal fatto che costoro lo hanno fatto vivere per anni in una campana di vetro.

Cari docenti e docentesse, avete una grande responsabilità: cominciamo dalla scuola, se non vogliamo che fenomeni come Tosa e Scanzi si moltiplichino a vista d’occhio.

Nuovi Materiali a Indice di Rifrazione Unitario

In base al secondo postulato della relatività ristretta, la velocità della luce nel vuoto presenta sempre il medesimo valore in tutti i sistemi di riferimento inerziali, pari a circa 3 x 10^8 m/s . Quando la luce incontra un mezzo diverso dal vuoto, la sua velocità si riduce di un fattore n, definito come indice di rifrazione, una costante adimensionale che quantifica la capacità di un materiale di ridurre tale velocità.

Bene, da questo si evince che l’indice di rifrazione del vuoto può essere considerato pari a 1. Tuttavia, di recente, la scienza ha scoperto dei nuovi materiali a indice di rifrazione unitario, attraversando i quali, se si applica la legge di Snell, la luce non subisce alcun fenomeno rifrattivo e nessuna deviazione rispetto alla sua direzione di propagazione. Ve ne mostro un’anteprima.

Andrea Scanzi e il Vaccino

La vicenda del vaccino di Scanzi ci insegna che è sufficiente sedersi in riva al fiume e attendere il passaggio del corpo esanime del nemico. Non che ritenga il giornalista aretino un mio nemico, intendiamoci, provo per lui la pena acuta che si prova nei confronti di un cinquantenne patetico come ce ne sono tanti al giorno d’oggi. Oggettivamente, Andrea ha pestato un merdone di notevoli dimensioni e d’altro canto, se ti esponi con milioni di persone con la tua pagina ridicola in cui commenti la politica in maniera del tutto soggettiva, ergendoti a sommelier della domenica e a critico musicale de noantri, se percepisci quell’ebbrezza che ti fa sentire venerato come un Cristo in terra, appena pisci fuori dal vaso te la fanno pagare cara e quel delirio di onnipotenza non può che tramutarsi in una morte cupa dell’anima, nonostante i goffi tentativi di giustificarsi e di autoproclamarsi cittadino responsabile per esseri reso immune.

Mi rendo conto che il nostro Andrea si sia vaccinato probabilmente perché rientra in una categoria fragile, quella dei narcisisti insicuri, ma persino il collega Peter Gomez lo sta scaricando. Del resto, quest’ultimo ha fatto un’osservazione giusta e di buon senso: il grosso danno dei social e di quest’epoca è proprio che, nel nome della trasparenza, tutti parlano e danno aria alla bocca, condividendo cazzi e fiche con la massa per poi piangere miseria quando la massa stessa, volubile per natura, spara loro merda addosso. Questa vicenda mi ricorda quella di Federica Pellegrini, la quale non troppo tempo fa ebbe modo di documentare su Instagram il modo in cui aveva affrontato il Covid, inizialmente sostenuta dai suoi seguaci per poi essere letteralmente massacrata nel momento in cui, non ricordo se ancora positiva o appena guarita, è andata a far visita alla madre non più giovane, rischiando di trasmetterle il virus e di farle seriamente del male.

Sul serio, mi rivolgo a tutti, come se qualcuno segua davvero questa porcheria di blog che ho messo su. Nel nome della trasparenza siamo diventati letteralmente invisibili, completamente uniformati in questo terzo millennio banale e stritolato da una dittatura del manierismo che ha letteralmente rotto i cosiddetti. Impariamo invece nuovamente un’antica virtù: quella del silenzio, quando opportuno, e del riserbo. Tenete i vostri cazzi e le vostre fiche a debita distanza dagli sconosciuti, per una questione di dignità personale, valore scomparso al giorno d’oggi, e di rispetto verso voi stessi. Vi garantisco che più terrete quella fogna chiusa, prima smetterete di pubblicare il vostro squallore su queste piattaforme che hanno lo scopo principale di mandarvi pubblicità mirata, più apparirete al contrario interessanti agli occhi degli altri.

Siate rivoluzionari per davvero, non nel conformismo dell’anticonformismo: tacete e imparate a tenervi i cazzi vostri per voi. Perché fondamentalmente, è proprio per il fatto di esservi sputtanati così tanto che non scopate da anni.

Chissà, magari con quest’ultima affermazione sono riuscita a convincervi (come no…).

Corsa e Relatività Ristretta

Molti praticano sport aerobici per dimagrire e per migliorare l’umore. Nel mio caso, pratico la corsa da diversi anni, ma lo faccio con l’unico scopo di ringiovanire di frazioni trascurabili e insignificanti di secondo rispetto alle persone sedentarie. Adoro l’idea di tornare a casa, di godermi una buona doccia, mentre penso al fatto che per voi pigri, per voi sedentari, il tempo trascorso è maggiore, anche se si parla di milionesimi d’un battito di ciglia. Siete invecchiati più rapidamente, rispetto al tempo da me percepito, e questa idea mi riempie di soddisfazione, razza di pelandroni!

E se non vi fidate di me, fidatevi almeno di Einstein.

Solitudine e Vaccini

I vaccini purtroppo funzionano, a quanto pare la curva dei contagi sugli operatori sanitari si è significativamente ridotta, di conseguenza, quando tra non molto sarà il turno di noi tutti, il virus sarà tenuto sotto controllo e torneremo a fare la vita di prima. Non ne vedo la ragione sinceramente, molti vogliono tornare a stringersi, ad abbracciarsi, a uscire per tornare a fare l’aperitivo sui Navigli, ma non comprendo per quale ragione dovrei tornare a mischiare il mio sudore e i miei odori con quelli altrui. Il mio corpo non ha bisogno di contatto con altri corpi, non capisco perché voi essere umani abbiate questa assoluta necessità di relazionarvi con gli altri. A volte vi osservo e vi ascolto, pur dissimulando distacco e indifferenza. Mi piace osservarvi soprattutto quando siete in gruppo, riuniti a parlare senza fondamentalmente dirvi un cazzo, incapaci di ascoltarvi come siete. Vi toccate e vi date pacche sulle spalle quando in realtà siete in perenne competizione tra voi, ma si può capire che cazzo avete da buttare tutte le vostre energie in questo reciproco inconcludente compiacimento?

La verità è che anche dopo il vaccino, anche quando tornerete ai vostri concerti del cazzo di Fulminacci, di Gio Evan, dei Maneskin, de Il Volo, a bere birra in un pub il sabato sera, a guardare le vostre partite di calcio con i vostri amici, a dimenticare anche solo per un momento quanto siano mediocri e tristi le vostre vite, sarete comunque soli. Sarete circondati nuovamente di gente, ma saranno solo una distrazione, presenze distaccate, nessuna differenza con il vostro arredamento, con il vostro telefono, con il vostro orologio, solo un vociare che vi darà l’illusione della compagnia, esattamente come può fare una serie TV, senza nessuna reale e autentica connessione emotiva.

La verità, cari lettori e care lettrici, è che nessun vaccino potrà risolvere la vostra solitudine. Siete bestie sole e spero vivamente che il prossimo virus non comporti alcun sintomo fisico, ma che il suo effetto più devastante sia l’induzione di un’improvvisa e profonda autocoscienza in chiunque lo contragga, una consapevolezza che vi faccia rendere conto all’istante di quanto siate senza amici e di come i vostri stessi familiari in realtà vi disprezzino. Sarà bellissimo vedere una pandemia con milioni di persone disperate e consce, consce della loro disperazione.

Vi voglio sempre bene, eh. Ho semplicemente bevuto troppo caffè quest’oggi.

La Festa del Papà

A quanto pare, quest’oggi è la festa del papà. Una volta all’anno, ai padri è dedicata una giornata commemorativa, ma mi sento di dire che quest’oggi potremmo tranquillamente celebrare il nulla, visto che questa modernità ha reso i due termini praticamente sinonimi. Mi chiedo, cari padri, dove cazzo siate finiti. Qual è il vostro ruolo in famiglia, oltre a quello di “maschi di donna”, di gatti castrati, amebe prive di spina dorsale e autorevolezza, animali da compagnia delle vostre compagne, oltre a essere giustamente ignorati dai vostri figli, che non hanno ben capito chi siate e che cosa ci facciate sotto il loro stesso tetto?

Uno stereotipo vuole che gli uomini sposati non abbiano alcun potere, che siano soverchiati totalmente dalla volontà delle loro donne, ma mi chiedo semplicemente se questo luogo comune non faccia comodo semplicemente agli uomini stessi. Cari padri, presunti o meno, avete mai provato invece a guardarvi dentro e a esprimere con chiarezza quello di cui avete bisogno, a esigere un vostro spazio decisionale nell’ambito familiare? Avete una benché minima idea dei danni che farete ai vostri figli, dei traumi che causerete loro, lasciandoli in un legame simbiotico con la loro madre, anziché prepararli alla vita e allontanarli da un abbraccio che alla lunga potrà essere soffocante e castrante? O siete per caso diventati troppo pigri e preferite delegare tutto alla vostra compagna senza prendervi un minimo di responsabilità?

Sul serio, cari padri, cari uomini, avete lasciato il mondo in preda a un’isteria collettiva. Ce ne fosse uno che imponga una visione lucida, una direzione con delle solide basi etiche, un’idea costruttiva di società. Ci troviamo un vecchio piscialetto eunuco come Biden per presidente degli Stati Uniti, con Kamala Harris che annunciava qualche mese fa “Ce l’abbiamo fatta Joe, sei presidente”, una prima persona plurale che sottende che il povero vegliardo non conta invero assolutamente un cazzo, salvo però farsi bello affermando che Putin è un assassino, un’affermazione tollerata solo perché il suddetto fa parte dei cosiddetti buoni. Se solo Trump si fosse permesso di fare una dichiarazione tale, i media avrebbero sollevato un polverone inaudito contro il solito cattivone fascista. Giustamente, la narrazione progressista ha bisogno di un nemico per mantenere il controllo, “The Donald” si era dimenticato di tutto questo, nel corso del suo mandato, è bene tornare alle sane vecchie abitudini.

Insomma, il nulla assoluto. Tornando ai presunti papà-nullità dell’epoca moderna, questi “maschi di donna” sono in fin dei conti quello che ci meritiamo per un eccesso di benessere, figli di genitori accentratori ed eccessivamente accudenti, che hanno fatto passare il messaggio di una vita facile e in discesa. E qual è il risultato ottenuto dunque, cari padri? Che tutto è purtroppo in balia di un caos incoerente, mentre sprofondate, pigri e depressi, nei vostri divani, con le vostre pance orribili e i piedi che vi puzzano, in giro per casa con quegli orrendi pigiami, per poi lamentarvi del fatto che vostra moglie non vi desidera più, chissà come mai.

Per cui, buona festa del papà del cazzo, le zeppole dovrebbero tirarvele addosso, razza di molluschi che non siete altro.

Piano Vaccini

Ascolto i Dead Daisies, ringraziando il blog lemiecose di Filippo Fenara che mi ha consentito di approfondire lo scatenato rock di questi vecchi mattacchioni, intanto che qui in Italia si discute se i Maneskin possano considerarsi anche loro rock o il primato nell’ambito spetti a Ligabue o a Vasco Rossi, il che la dice lunga sullo stato di salute di questo paese.

Proprio parlando della mia bella Italia, mi sovviene questa sera una riflessione relativa al cambio di governo. A quanto pare, Draghi non è il tipo da perder tempo e il piano vaccinale sta prendendo forma. Ho avuto modo di disquisire con alcuni autorevoli docenti e, a quanto pare, molti di loro sono stati sottoposti all’agognata punturina, benché abbiano dovuto tollerare terribili effetti collaterali, tra cui mutazioni genetiche, doppi cambi di sesso e, nei casi più gravi, brucianti dissenterie. Noto che Super Mario agisce dietro le quinte, ricorda un po’ il Pio XIII di Jude Law in “The Young Pope”, che sfrutta il principio di presenza-assenza e nel mentre agisce, ingigantendo in questo modo il suo prestigio con lo scopo di farsi trovare pronto per la Presidenza della Repubblica.

Osservo tutto questo, lodando tutto sommato l’apprezzabile pragmatismo dell’ex presidente della BCE e mi domando: come mai la scalmanata coppia Conte-Casalino non è riuscita ad accelerare i tempi e a organizzare la cosa con metodo? Viene in effetti il sospetto, e solo di una vaga sensazione si tratta, intendiamoci, non dubiterei mai della buona fede di un politico e del suo portavoce (come no…), che i due abbiano temporeggiato perché tutto sommato ci avevano preso gusto a governare il paese senza contraddittorio e senza un potere legislativo che facesse da contrappeso, convinti che avrebbero potuto godere dell’apprezzamento del popolo italiano in eterno. In fin dei conti, non posso biasimare del tutto Conte, il quale, alla stregua di un padre, appariva nelle sue dirette come novello Papa laico, a rassicurare il suo popolo e i suoi fedeli, mentre le sue bimbe mugolavano in preda al piacere massaggiandosi i rugosi grilletti, le loro secche e a lungo inutilizzate ciliegine. Posso capire la sensazione, il nostro pregiatissimo docente e avvocato, con il suo completino e il fazzolettino bianco nel taschino, si sarà sentito un Cristerrimo onnipotente e, credetemi quando vi dico che al suo posto mi sarei comportato anche peggio, perché il potere e la gloria sono due troie capaci di darti l’illusione dell’immortalità, una sensazione a cui è molto difficile resistere.

Insomma, ripenso all’ex-presidente del consiglio e alle subdole velleità totalitarie spacciate per democrazia diretta dell’azienda-burattinaio che lo manovrava e giungo alla conclusione che c’è una persona verso la quale dobbiamo profonda gratitudine: Matteo Renzi. In qualche modo, costui ha avuto il merito di aver liberato il paese dallo strapotere della Casaleggio Associati. Ne ho parlato molto male in passato, ma in fin dei conti, pur con lo scopo di ingrassare il proprio ego già patologicamente ipertrofico, la sua azione sabotatrice ha avuto il merito di ripristinare un minimo di democrazia in uno stato di emergenza che, per un anno buono, ci ha costretto a mettere in discussione le nostre libertà, i nostri diritti costituzionali e il ruolo del parlamento e del potere legislativo. Ho la ferma intenzione di scrivere al Presidente della Repubblica per una sua nomina a senatore a vita e di inviare una missiva anche a Papa Francesco per proporre la sua beatificazione, una volta passato a miglior vita.

Ehi, Dino, ma che cazzo dici? Questi ci chiudono di nuovo in casa fino a Pasqua! – Avete ragione, ma posso solo rispondervi di tenere duro: non manca molto al vaccino, facciamocelo piantare su per il culo, facciamoci due tre giorni di diarrea e questa storia sarà solo un brutto ricordo.

Fino alla prossima pandemia.

Otto Marcio

Era previsto che, con l’arrivo della festa della donna, i giornali online e i social ci avrebbero inondato di smielata propaganda femminista. I livelli di retorica quest’oggi fanno letteralmente ribollire il sangue e rifletto su come sia stato possibile finire in questo regimaccio zuccheroso e isterico. Da quant’è che ci assillano in merito alla questione del mancato riconoscimento della bravura e delle capacità delle donne, su quanto queste ultime siano migliori degli uomini, siano più sensibili, più empatiche, siano più? La cosa che fa ancor più ribrezzo è che tale retorica il più delle volte è portata avanti dagli uomini stessi, i “maschi di donna” alla Lorenzotosa che sovente menziono su questa inutile pagina, i quali si umilano al cospetto delle donne, una mortificazione che, andando al nucleo centrale della questione, al nocciolo nevrotico, sottende invero egocentrismo, una malcelata voglia di scopare e, di conseguenza, una squallida tattica di seduzione. Nulla di nuovo sotto il sole, è uno scenario ormai quotidiano, magnificato dalla ricorrenza dell’otto marzo, della quale probabilmente la gran parte di noi non conosce neppure l’autentico significato. Tutto sommato, mancano poche ore, grazie a Dio, e domani tutto questo, se non finito, sarà almeno un po’ attenuato.

In ogni caso, forse è bene che qualcuno ricordi qual è il motivo di tutta questa manfrina, di questo compiacimento nei confronti del gentil sesso da parte dei media e della politica, che sta rendendo gli uomini sempre più patetici e ridicoli e soprattutto poco interessanti per le donne stesse: le donne votano, le donne consumano, le donne lavorano come delle dannate e il potere ha scoperto che sono facilmente manipolabili facendo leva sul loro senso del dovere e sul loro senso di colpa, motivo per cui, il più delle volte, costituiscono dell’ottima manodopera a basso costo. L’antico ruolo di guardiana del focolaio è sicuramente venuto meno negli anni, ma siamo sicuri che questo ruolo debba considerarsi per forza di cose disdicevole? Perché non può trattarsi di scelte di vita individuali e sentite? Mi è accaduto, seppur di rado, di incontrare delle giovani donne che avevano scelto di far le casalinghe. Si trattava di una scelta sentita e consapevole, narrata con autenticità e, francamente, mi è sembrato di avere a che fare con delle donne felici e appagate, forse anche più di altre che invece hanno deciso di entrare nel mondo del lavoro, a competere e a farsi carico anche delle sofferenze degli uomini, perché per quanto al giorno d’oggi tutto questo non venga minimamente riconosciuto, il lavoro è faticoso e fa soffrire.

In fin dei conti, bisogna riconoscerlo: il femminismo ha vinto molte battaglie. Le donne cosiddette “emancipate” si sono senza meno liberate dal giogo dei legami familiari, non hanno più un marito che le comanda a bacchetta, se questa narrazione è mai coincisa con la verità, ma si sono ingabbiate in un ulteriore matrimonio: quello con l’azienda presso cui lavorano. Un matrimonio che, però, non ammette maternità e richiede una fedeltà ancora più opprimente in certi casi, fatta di consegne, scadenze, orari allucinanti, mancanza di tempo per se stesse. Grande conquista, quella del femminismo, complimenti, care donne emancipate, donne libere, donne forti, che ve la cantate e ve la suonate da sole: avete semplicemente portato il vostro senso del dovere e il vostro senso di colpa patologico in altra sede. La realtà è che avete solo cambiato padrone, se mai vostro marito è mai stato padrone di qualcosa.

Quest’oggi voglio lanciare un messaggio agli uomini, con l’idea di rassicurarli, per quanto sarà del tutto inutile, intossicati di propaganda progressista come sono: non avete nessuna colpa. Chiunque faccia la vittima, salvo eccezioni verso cui si è totalmente impotenti nei confronti della vita, se l’è semplicemente cercata con scelte inconsapevoli. La prossima volta che vi sarà rinfacciato di essere colpevoli dell’infelicità di una donna o di chiunque, girate i tacchi e andate altrove. Vi garantisco che sarete amati e rispettati molto di più, al contrario di questi compiacenti servi di regime, che leccano il culo alle donne fondamentalmente per approfittarsene. La felicità è una conquista personale, che non dipende da mamma e papà, non dipende dal partner, non dipende dal governo e dalla politica.

Nessuno è colpevole dell’infelicità altrui, trovate il vostro autentico posto nel mondo e piantatela di rompere i coglioni al prossimo mettendovi in mostra ed elemosinando briciole di attenzione.

Buon otto marcio a tutti.