Violati i taciti patti non scritti,
parole ch’hanno il peso delle pietre,
votati ad esistenze alquanto tetre
di regni ormai indifesi, non più ritti.
E crollano, sugli animi già afflitti,
castelli, cui gli arcieri con faretre,
difendon, mentre suonano le cetre
ai vecchi vincitori e ai danni inflitti.
È l’ora di fermar la frenesia,
di porre fine a tutte le battaglie
per ciò che dà parvenza d’eresia:
perduta fu pertanto questa guerra,
non scorra sangue per delle anticaglie,
a lungo abbiam volato, adesso a terra!
Bella! Non un grido di battaglia, un grido quasi alla resa
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Esatto Maria, non c’è nulla di male nella resa.
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Già… dona anzi un po’ di pace all’animo e ai nervi
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