È un canto seducente d’usignolo,
d’altrui debilità e cupidità,
intanto, è già esauriente e spicca il volo.
Diffido dello sponsio autoritario,
di cui, in prosperità, fatto viltà,
è infido ed il responso è ben precario.
Miei demoni, mia vita, o grande Divo,
egemoni, m’affido; e finché vivo.