Debbo riconoscere una certa coerenza nell’attuazione del programma politico del Movimento Cinque Stelle, nella fattispecie in merito alla cosiddetta “decrescita felice”: non ho mai visto in vita mia una simile catastrofe economica, sociale e democratica, accompagnata da una tale gioia incontenibile da parte dei sostenitori del governo, eccitati come ragazzine alla vista del vanesio damerino con la pochette, sempre sul pezzo, ma soprattutto, con le idee molto chiare in merito ai provvedimenti amministrativi presi per fermare la pandemia che, per dirla con Vittorio Sgarbi, hanno la stessa efficacia di un paio di mani contro un fiume.
La differenza tra un vero capo e un ducetto squattrinato, pur dai modi gentili? La capacità di assumersi in pieno la responsabilità delle proprie scelte e di scusarsi dei propri errori. Nessun uomo di stato dovrebbe scaricare la colpa sul popolo, soprattutto se chi ci governa non emana regole chiare.