Si scioglieranno quei nodi contorti,
fintanto ch’occultati permarranno
già per omessa virtù nell’esporti,
un atto di viltà che causa affanno?
Perdonerai quei subìti già torti,
ch’ancor ti paion grande e grosso danno
per fare dono d’amori e conforti
e offrirti a quanti, forse, ancor non sanno?
Ancor dall’ulcer fiera emerge fiamma,
que’ prìstini fantasmi l’accompagna
non sarà l’acque a spenger, ché ristagna,
ma lagrima ch’il viso ancor non bagna
e resta lì, in sospeso, nel diaframma,
manente per un degno fotogramma.
Mi piace un sacco questo sonetto. Detto ciò, alla prossima (o al prossimo)! Ciao.
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La ringrazio signorina Rapelli, come vede ho recuperato il commento perduto nei meandri invischianti dello spam.
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🙂
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