La colpa dei colpi tuoi inferti,
non placa di darti tormento,
rimembra il dolore violento,
che causi e nel mentre diverti
quel pubblico vile e servile,
ch’a quel tergo tuo si dispone,
cachinna vigliacco, guascone,
è parte d’un unico ovile.
Sol ora realizzi quel male
causato per puro diletto,
per gloria, sentirti l’eletto,
o peggio, per atto banale.
Sia grato tu dunque al perdono
di chi taciturno t’osserva
e sine sentenza riserva
per te grande amor e quel trono
sul quale ora siedi, lo avverti,
a render condono t’invita,
perché non sia rinvigorita
la colpa dei colpi tuoi inferti.