D’alma sfregiata contrita ed inerme,
apre il suo cuore, traversa l’ignoto,
di vita sua presso un viso ch’è immoto,
si spoglia ‘gnuda, alla stregua d’un verme.
D’alma graffiata d’antiche ferite,
conta, tirata a diritta e a mancina,
de’ numi estranei che oscuran, bambina,
ori del mondo suo interno, pepite.
D’alma d’amor per poeti, poetessa,
narra passione profonda, incantata,
d’autori cerca risposte, spossata,
verbi che dentro le restino impressa
D’alma pentita d’aversi concessa,
poscia si cinge ad un volto maschile,
chissà, per colpa, per giuoco un po’ vile,
brama il potere per gioia repressa.
D’alma ch’è ricca di umbre e di luci,
ebbi l’onore d’un mondo esplorare,
torno al veliero, si possa salpare,
t’ascolto, Padre, che tutto conduci.