Seduto in poltrona,
ti fan ben sperare:
“Bisogna sedare,
su! Mal non cagiona!”.
Deliziano bene,
ti illudono, rìdon,
“Rilassa!”, ti dìcon,
“Non porterà pene!”.
Poi aprono e scrùtan,
iniettano e attèndon,
pazienza non pèrdon,
oh, quanto mi ùrtan!
Ed eccoli entrati,
con l’aria e col ferro,
le palpebre serro,
rumori vetrati.
Ed eccolo via,
le cremisi gambe,
che danzano sambe,
non più cosa mia.
Su un pezzo di cuore
sì candida tuona,
la bella corona.
Addio, vostro onore!